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21 Marzo 2014 - 11:53
Persiste l'emergenza abitativa a Ivrea. Sebbene il Comune abbia assegnato 21 nuovi alloggi a persone in difficoltà, 180 sono i nuclei famigliari in lista d'attesa. Un numero che si amplifica, però, se si tiene conto del grosso incremento degli sfratti. Basta pensare che nell'ultimo semestre 2013 si sono registrate, in Tribunale, 198 cause. Appositi bandi pubblici sono previsti per i soggetti su cui pende il provvedimento, che comprendono anche, in misura minore, altre situazioni, come i casi di sgombero dettati da pericoli per la sicurezza. "Ogni anno – illustra la dottoressa Delfino, dirigente comunale – viene assegnata una media di dieci, tredici alloggi, su un totale di cinquecento alloggi, su tutto il territorio di Ivrea, in parte di proprietà del Comune, in parte dell'Atc".
Ma l'emergenza non si risolve assegnando un posto in cui vivere. Il Comune di Ivrea ha intrapreso di recente un percorso teso all'inserimento abitativo e sociale delle persone, applicato al condominio di nuova realizzazione di via Pertini, attraverso un contributo ottenuto dalla Compagnia San Paolo. Il progetto, denominato "Sviluppo di Comunità", ha ottenuto il massimo del punteggio, aggiudicandosi 14.990 euro su un totale di 15mila euro, previsto dal bando ch'era rivolto ad enti pubblici, religiosi e no profit. Il condominio di via Pertini è peraltro l'unico esempio di nuova costruzione di edilizia sociale in Ivrea di questi ultimi vent'anni, risultato di un investimento condotto da Atc e dal Comune, seguendo i moderni accorgimenti tecnici, ed inaugurato all'inizio del 2012.
"Il contributo ha permesso di sviluppare un progetto – spiega l'Assessore Augusto Vino – teso ad ascoltare le famiglie, stabilendo insieme le regole di gestione degli spazi comuni, svolgendo azioni di mediazione ed accompagnamento". Hanno partecipato il Consorzio In.re.te e la Fondazione Ruffini. Primo esempio di "Housing sociale" sotto le rosse torri. "Non è più sufficiente dare un tetto, occorre lavorare sulle cause, superare lo stato del bisogno – spiega Isabella Brossa della Compagnia San Paolo -. Per questo abbiamo stabilito linee di finanziamento di carattere innovativo dirette a famiglie che hanno le potenzialità, aiutate adeguatamente, per rendersi autonome. Significa spostare il concetto della casa come diritto alla casa come servizio. Accompagnare, seguire le persone vuol dire detonare dal principio situazioni potenzialmente esplosive, con il rischio di costi sociali poi più elevati".
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