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26 Febbraio 2014 - 10:36
tribunale
Torna a vivere a Traversella, nella casa paterna. Uno stabile diviso in due parti, condiviso con altri familiari. Abita in quella casa ma non ci puo' entrare. E' costretta a lasciare l'auto fuori da quando i vicini hanno chiuso l'ingresso. Senza una spiegazione, un gesto di cortesia. Chiusa fuori e basta. Un disagio enorme per una donna sola. Così decide di rivolgersi ad un legale ed appellarsi ad un giudice. Ma la causa, che in situazioni normali si sbrigherebbe in quattro e quattr'otto, slitta invece inesorabilmente.
Dal novembre 2012, da quando la donna ha intentato la causa possessoria per l'accesso al passo carraio, è seguito incredibilmente un rinvio dietro l'altro. Un caso di ordinaria ingiustizia, perlomeno da qualche tempo a questa parte. Lo spiega l'Avvocato Giacomo Vassia. "Da quando il Tribunale di Ivrea è diventato il secondo del Piemonte – afferma il legale – si assiste ad un rinvio estenuante di processi. Le prime udienze sono spostate di otto mesi. Cause che si risolverebbero in un baleno, anche nel civile, si stanno trascinando con ritmi esasperanti. Ritardi che rischiano di ledere il principio secondo cui la giustizia deve intervenire in modo rapido per evitare l'autotutela ovvero che le persone si facciano giustizia da sole. Il caso di Traversella è eclatante".
La donna si rivolge nell'autunno 2012 all'avvocato Vassia che nell'aprile 2013 deposita il ricorso possessorio davanti al giudice togato Frojo. Il 3 luglio viene fissata la comparizione delle parti ma il giudice rinvia al 19 settembre seguente per sentire sommariamente le parti. Un ritardo di quattro mesi, pazienza. Ma alla nuova data fissata, il Presidente del Tribunale fa sostituire il giudice assente per maternità da un Got (Giudice Onorario del Tribunale) che pero' non ha competenza in materia. Dodici persone, tra gli avvocati, gli assistiti ed i testi delle parti, perdono la loro giornata.
La causa viene congelata finchè il 6 dicembre l'avvocato Vassia presenta un'istanza per fissazione di udienza a Garbellotto che la fissa al 13 febbraio 2014 davanti, ancora una volta, alla Frojo. Vengono nuovamente citati tutti i testimoni. Due giorni prima della data Garbellotto comunica che sarà lui a presiedere e solo il giorno prima dispone un ennesimo rinvio al 24 settembre prossimo a causa. motiva. della scopertura di organico e del carico di lavoro. Un delirio.
"Non stiamo parlando di maxiprocessi – si sfoga Vassia – ma di una signora che non puo' entrare in casa sua, una persona normale che non puo' essere tutelata. Non si puo' vivere in un ordinamento di questo genere. Fino qualche tempo fa una causa come questa si sarebbe risolta in tre, quattro mesi. Invece passeranno circa due anni".
La donna, intanton continua a lasciare l'auto fuori da cortile. La sera, quando torna a casa da lavoro. D'inverno, quando l'atmosfera è buia e gelida. Quando torna dalla spesa e deve trascinare le borse dentro un po' alla volta passando dall'accesso pedonale. Ha interrotto anche i lavori di ristrutturazione perchè i muratori, ovviamente, non possono entrare coi loro mezzi in cortile.
"Esistono molti casi – chiosa Vassia – simili a questo. La giustizia dovrebbe intervenire subito per risolvere le situazioni. Invece questa lentezza rischia di aggravare rapporti di vicinato generalmente già tesi. Cosa succede allora, vince il più grosso? Non è sostenibile questo atteggiamento di distanza dell'istituzione dai problemi dei cittadini".
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