Un anno fa l’imprenditore Giorgio Chiesa aveva promesso ai dirigenti dell’A.S.D. San Benigno quasi 2500 euro per sponsorizzare le squadre di calcio dei ragazzini. E a San Benigno sono ancora lì che aspettan i soldi. Sono tempi grami, questi della crisi economica. Non solo per le famiglie, ma pure per le società sportive. Ma se alle difficoltà di tutti i giorni si aggiungono le promesse non mantenute di qualche sponsor, allora il futuro si fa sempre più fosco. Stiamo parlando di una società sportiva, l’A.S.D. San Benigno, che da anni fa i conti con le tasche sempre più vuote della gente: sono sempre maggiorile difficoltà dei genitori a mandare i proprio bambini a giocare a pallone (perchè la quota mensile costa). E allora come fare per comprare le maglie, i palloni, le pettorine e l'attrezzatura? Facile, basta rivolgersi ad uno sponsor. Ed è precisemente quello che hanno fatto i vertici del A.S.D. San Benigno. Come si chiama lo sponsor? Si chiama Subalpina Costruzioni, ed è una società che fa capo a Giorgio Chiesa, che è pure consigliere comunale a Volpiano. All'inizio dell'anno scorso, prima di cominciare la stagione 2012-2013, il San Benigno e Chiesa stringono un accordo: l'associazione farà stampare sulle borse e sulle maglie dei giovani calciatori il marchio della Subalpina, ricevendo in cambio circa 2500 euro, iva compresa. In questo modo, circa 50 bambini avrebbero potuto risparmiare 50 euro sull'iscrizione. Peccato che il San Benigno, a distanza di un anno, quei soldi non li abbia ancora visti. Tanto che un paio di settimane fa i dirigenti sono stati costretti ad rendere noto il problema ai genitori dei ragazzi, durante una riunione in società. Il problema è semplice: la stagione calcistica sta per cominciare e il San Benigno si ritrova con delle maglie inutilizzabili, ovvero quelle con il marchio della Subalpina. Senza contare che la società sportiva non ha ancora pagato le maglie al negozio da cui si è rifornita, perchè aspettava il versamento da parte di Chiesa. Di conseguenza ha due strade davanti: o turarsi il naso e utilizzarle anche per l'anno a venire (e di conseguenza “regalare” la propria promozione a uno sponsor che non paga), oppure comprarne di nuove, facendo ricadere, ovviamente, la spesa sulle famiglie. In ogni caso chi pagherà i 2500 euro delle vecchie maglie? I dirigenti sono imbarazzati: “I soldi dovevano arrivare a novembre, e non li abbiamo ancora visti – commenta Pinelli, il direttore sportivo – Spesso e volentieri abbiamo chiamato Chiesa, che ci ha rimbalzati di settimana in settimana. Ai primi di agosto ci ha rassicurato, entro il 10 agosto avrebbe saldato tutto. Non abbiamo visto un soldo. Lo scorso venerdì ci ha rassicurato che sarebbe arrivato un bonifico. Ad oggi (martedì alle ore 11,ndr) non l'abbiamo ricevuto. E ora come facciamo? Il negozio di abbigliamento ci ha detto che se non saldiamo le maglie dell'anno scorso non ci possono rifornire da loro. Mica è la banca popolare”. Si allunga, insomma, la lista di creditori che lamentano mancati pagamenti da parte di Chiesa: si parte con Joan Diac, l'artigiano che a marzo minacciò di buttarsi dal tetto di Cascina Alpis se non fosse stato pagato. O i dipendenti della stessa Cisalpina, che maggio scrissero una lettera (e poi se la rimangiarono parzialmente) chiedendo il pagamento di circa un anno di stipendi arretrati.
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