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SETTIMO TORINESE. Borrini replica a tutti: "Il vero fascismo è oggi, Volpatto non l'ha capito. Furia? Si dimetta lui, è meglio!"

SETTIMO TORINESE. Borrini replica a tutti: "Il vero fascismo è oggi, Volpatto non l'ha capito. Furia? Si dimetta lui, è meglio!"

Antonio Borrini

Dopo gli attacchi ricevuti negli ultimi giorni il consigliere Antonio Borrini ha deciso di replicare. Nelle ultime ore, dopo la sua partecipazione ad una manifestazione neofascista, giovedì scorso, l'hanno preso di mira in tanti: l'assessore Daniele Volpatto, la Segretaria della sezione settimese del Pd, Caterina Greco, e il Segretario Regionale del Pd, Paolo Furia.   "Vorrei rammentare all'Assessore Volpatto - spiega - che il ruolo di noi amministratori locali è anche quello di sentinelle della Democrazia e lui che tanto inneggia all'antifascismo e alla festa della liberazione denigrando la mia denuncia verso le violazioni dei diritti più elementari commesse dal Governo in questi mesi, denota in primis una faziosità di stampo ideologico e in secundis un'ipocrisia insopportabile visto che, proprio lui che vuole ergersi a paladino dell'antifascismo, pare dimenticarsi che la dittatura che lui dice di disprezzare giunse ad attribuirsi i pieni poteri sui cittadini con delle leggi speciali paragonabili all'attuale stato di emergenza illegittimo. Ragion per cui la denuncia è stato un atto doveroso per difendere la democrazia. Volendo citare Gramsci proprio Volpatto sembra essere uno di quegli "indifferenti" di cui parlava il fondatore del partito comunista. È proprio Gramsci ad insegnarci che chi non prende parte agli eventi della storia garantisce che il potere annulli i diritti dei cittadini senza alcun ostacolo. Per quanto riguarda invece l'accusa mossa dall'Assessore Volpatto di essere stato fuori luogo per aver partecipato ad una commemorazione al ridosso del 25 aprile e del 1 maggio, vorrei dire che non è di certo colpa di Ramelli se è venuto a mancare proprio il 29 di Aprile. Proprio Sergio Ramelli, ragazzo ucciso da quell'odio che qualcuno ancora oggi tenta di mantenere in essere. Capisco che al peggio non esista fine ma tale affermazione rasenta la miserabilitá di una sinistra che avendo dismesso i panni di difensore dei diritti dei lavoratori e della Costituzione non sa più di che parlare". Borrini, poi, ne ha anche per Furia.   "Addirittura Paolo Furia, - continua - Segretario Regionale del Partito Democratico in Piemonte, attacca la mia presenza nel luogo dove 47 anni fa veniva vigliaccamente aggredito Sergio Ramelli. Una manifestazione autorizzata a cui hanno partecipato Eurodeputati, Parlamentari e decine di consiglieri comunali di tutta Italia.  Attaccare solo me è un atto o di malafede o di scarsa informazione. Nel primo caso non posso farci nulla, oltre che ribadire che io mai attaccherei una sua presenza in una occasione funebre, nemmeno fosse accanto al peggior uomo sulla terra. Se invece l'ipotesi corretta fosse la seconda, ritengo molto grave che il segretario regionale di un partito di governo non si informi prima di attaccare un ragazzo, per cui a dare le dimissioni dovrebbe proprio essere lui".  
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