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19 Marzo 2021 - 15:38
Il comunicato che si trova al Bricel
Chivassesi, attenti a farvi una passeggiata con il vostro animale al guinzaglio nella stradina che corre di fianco alla presa del Canale Cavour e che conduce al parco del Bricel. E’ la segnalazione che è arrivata in redazione, da una chivassese, qualche giorno fa.
L’altra mattina una signora che vive in zona e aveva portato la sua cagnolina a fare “pipì”, ha rinvenuto alcuni bocconi di carne - si sospetta avvelenata - lasciati in terra: l’animale ne ha morso uno e, la signora, è subito corsa dal veterinario per accertarsi delle condizioni di salute del suo cane.
La bestiola ora pare stia bene.
I bocconi sono stati tutti raccolti dalla chivassese, che ha avvisato vigili urbani e Comune.
Il Comune ha emesso un comunicato, affisso all’ingresso del Parco del Bricel, in cui invita i proprietari dei cani e i genitori di bambini piccoli a fare attenzione ai bocconi che nel caso si possono trovare nel parco. “Ponete la massima cautela perché animali e bambini non ne entrino in contatto”.
Sui bocconi sono state disposte le analisi dell’Asl.
Intanto, che cosa fare in caso di sospetto avvelenamento del cane? La Lav - Lega Anti Vivisezioni - dedica una sezione del suo sito internet alle norme da seguire nel caso in cui l’animale abbia ingerito sostanze avvelenate. “Contatta immediatamente il veterinario più vicino (o la guardia medica veterinaria) in modo da allertare preventivamente il medico dell’arrivo dell’animale - spiegano sul sito dell’associazione -. In caso di estrema necessità, può essere utile far vomitare l’animale somministrando acqua calda molto salata, oppure della chiara di uovo montata a neve”.
La Lav ricorda inoltre che “i casi di avvelenamento devono essere documentati e denunciati perché la legge è un importantissimo strumento a nostra disposizione per sconfiggere il fenomeno”. Chi si rende responsabile dell’avvelenamento rischia un’ammenda fino a 1549,37 euro per violazione della legge sulla caccia, nonché un’ammenda da 51,65 a 516,46 euro, oltre alla reclusione da sei mesi a tre anni, per violazione delle leggi sanitarie.
Anche nel caso particolare di minaccia di avvelenamento, ci sono i termini per una denuncia ai sensi dell’articolo 544 bis codice penale e per infrazione delle normative previste dal Testo Unico delle Leggi Sanitarie relative alla distribuzione di sostanze velenose.
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