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25 Gennaio 2021 - 15:28
Ha condiviso sulla sua pagina Facebook un post di Vittorio Sgarbi contro Liliana Segre, la senatrice a vita, testimone della Shoah, sopravvissuta agli orrori di Auschwitz. Un’invettiva del critico d’arte per la decisione della Segre di votare la fiducia al Governo Conte. «Un senatore a vita - ha dichiarato Sgarbi - avrebbe il dovere di astenersi, non solo per l’evidente ragione che non è eletto, ma perché la sua autorevolezza e la sua scelta possono assumere, come nel caso della Segre, un significato morale. La giustificazione per cui la senatrice ha deciso di votare assume il senso di un orientamento a senso unico con il disprezzo per chi non lo condivida: “Di fronte a questa situazione - ha dichiarato la Segre - ho sentito un richiamo fortissimo, un misto di senso del dovere e di indignazione civile’’. Questi due moti ispirano anche chi, per inadeguatezza del governo (la senatrice si affiderebbe a un autista senza patente?) riteneva di sfiduciare Conte per avere un premier più adeguato ai tempi difficili che stiamo vivendo. Nel caso mio ascolterei le indicazioni del ministro della Sanità se fosse Palù e non Speranza, e mi pare legittimo voler sostituire ministri impreparati e confusi, e cambiare Governo». Sgarbi ricordava poi l’impegno politico del marito della senatrice a vita, Alfredo Belli Paci, nel Movimento Sociale Italiano. «Conoscendo i suoi sentimenti e la sua condivisibile concezione della libertà e dell’antifascismo. mi chiedo: “Ha mai manifestato, la Segre, la sua indignazione civile per la candidatura del marito, alle elezioni politiche del 1979, nel MSI? In democrazia ogni voto è legittimo e motivato da un profondo ‘senso del dovere’. Un senatore a vita, con i suoi meriti, astenendosi,darebbe un segnale di responsabilità democratica; votando a favore del Governo non dovrebbe fare prevalere la sua autorità morale, nel ritenere ‘indegni’ ,con la sua indignazione a senso unico ,i deputati che non votano la fiducia».
Parole come detto condivise da Lajolo, che poi ha aggiunto le sue considerazioni, criticando Segre sulle sue dichiarazioni contro l’ipotesi di intitolare ad Almirante una via di Verona, stessa città che le aveva concesso la cittadinanza onoraria. «Eppure la stessa famiglia Belli Paci-Segre vede un marito e padre modello. Avvocato di 10 anni più grande di Liliana, convinto militarista, profondamente monarchico che, politicamente impegnato, nel 1979 si presentò al fianco di Almirante con l’MSI. Risultato odierno: moglie e figlio di sinistra. Due coniugi più antitetici di così - ha stigmatizzato il sindaco, concludendo -. Della Segre continuo ad apprezzare la storia, l’intelletto e la conoscenza culturale, ma le sue azioni politiche (non il credo), compresa l’ultima dichiarazione di voto mi spiace sono pessime».
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