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RONDISSONE. Il Covid non ferma il Natale, don Gino: “Farò il presepe”

Sto guardando per preparare il Presepe...la Messa di Mezzanotte non so se si potrà celebrare”. Don Gino Casardi sta facendo le pulizie settimanali in chiesa (l’intervista è di venerdì mattina scorso, ndr) insieme a qualche Priora, che lo aiuta nelle incombenze di cura della chiesa e si sofferma all’altare della Madonna del Carmine, il secondo sulla sinistra della navata centrale, dove solitamente trova posto il Presepe. “Lo faremo, certo, è una tradizione che va mantenuta”, dice e nella sua voce è raccolta tutta la voglia di normalità che pervade tutti noi, che guardiamo già con apprensione al prossimo Natale, che di tradizionale non avrà proprio nulla.

Quel che potremo celebrare o no, dipenderà da quello che il Governo deciderà, in accordo con la CEI (Conferenza Episcopale Italiana) e poi da quelle che saranno le direttive della nostra Diocesi di Ivrea. Per adesso, in paese, tutto procede normalmente: i fedeli vengono in chiesa la domenica, alla messa delle 10.30, prendiamo la temperatura, facciamo sanificare le mani, si mantengono le distanze...di più, non possiamo fare”.

Il racconto di Don Gino rispecchia il trascorrere lento della quotidianità, in un paese dove, nonostante alcuni casi di positività, oggi la pandemia non lascia grandi segni di spavento e di preoccupazione. Grazie all’Amministrazione comunale, che ha subito attivato i gruppi di volontariato per assistere la popolazione, si è ripresa l’organizzazione della primavera, con i negozi che fanno anche le consegne a domicilio, i volontari che prestano assistenza a chi è in difficoltà, il mercato settimanale con gli ingressi contingentati, il Sindaco che si informa sempre personalmente sullo stato di salute di chi viene contagiato.

Il bar in centro al paese è rimasto aperto e fa caffè da asporto – racconta Don Gino -, sento i bambini che escono da scuola e ridono e chiacchierano allegramente: certo poi nessuno si sofferma, si corre tutti a casa. Tanti hanno trovato un impiego ad Amazon: magari non si imparerà un mestiere per il futuro, ma è comunque un sostegno importante, uno stipendio che può tenere in piedi una famiglia”. Un quadro se non proprio sereno e felice, certo di una normalità che non si fa turbare da qualche caso di contagio e dove tutti sembrano voler affrontare questi mesi di pandemia con pazienza e soprattutto con determinazione.

Sì, il Presepe lo faremo di nuovi qui, all’altare della Madonna del Carmine, come abbiamo fatto negli anni passati, mi sembra sia sempre il posto migliore”.

Don Gino è soddisfatto della decisione e si appresta a tirare fuori le statuine per fare il Presepe, per dare alla comunità un altro tranquillizzante segnale di normalità.

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