Il lascito Caffaro in via Migliore (foto del 2009)
La storia, a dire il vero, parte da molto, molto lontano. Era il 1950 quando, alla morte del lessolese Gian Battista Caffaro Allera, arrivò nelle mani del comune un lascito, la vecchia casa del defunto di via Migliore con la clausola di farne centro di attività per“persone bisognose“. L’edificio rimase lì dov’era, triste e vuoto, per oltre mezzo secolo, malgrado la nascita dell’omonima fondazione G.B. Caffaro-Allera ed una bozza di progetto che ne prevedeva la trasformazione in una piccola residenza per anziani autosufficienti. Finchè, nel 2004, il Sindaco Franco Sicheri aveva deciso di rispolverare le volontà testamentarie del compianto benefattore, vincendo per due mandati consecutivi su una promessa chiara e precisa: “daremo a Lessolo una casa di riposo“, Il Sindaco era convinto di riuscire là dove nemmeno la ex Fondazione Caffaro (sciolta poi nel 2006), aveva voluto imbarcarsi, guardandosi bene dall’intraprendere investimenti suicidi dal valore di migliaia di euro, allora miliardi di vecchie lire. I lessolesi ricorderannolo spot elettorale ripetuto come un tamburo: “Il nostro Comune avrà l’invidiabile primato di offrire alla propria popolazione una gamma completa di servizi, dai neonati ai più anziani“, scritto nero su bianco in tutte le relazioni di fine anno infilate nelle buche delle lettere, variando parzialmente il progetto per farne una struttura per non-autosufficienti. Oggi il patto con gli elettori sta per concludersi, al tramonto di questo secondo mandato (per legge Sicheri non potrà più ripresentarsi), con la realizzazione di un misero “monumento alla buona volontà“. Già nel 2009, a cinque anni dalla prima propaganda elettorale, Sicheri, non aveva ancora realizzato neanche la metà dell’opera, malgrado le garanzie sbandierate per il paese. Gli era pure andata bene: era riuscito proprio in quella primavera ad ultimare il primo dei tre lotti previsti, giusto sotto elezioni, sobbarcando però il comune con un mutuo di 350 mila euro, siccome non bastavano le donazioni dei privati e la rinuncia degli stipendi degli amministratori (in tutto 150 mila euro). I lavori conclusi riguardavano il pian terreno, destinato a diventare un “Centro aperto” per gli anziani del paese e ad accogliere un ambulatorio medico, perlomeno è quel che sta scritto sulla carta. Per l’occasione aveva organizzato un‘inaugurazione in pompa magna, con tanto di taglio del nastro ed intitolazione del locale al buon nome della professoressa Ornella Grange, mancata nel 2008 durante un’escursione in montagna. L’insegnante aveva lasciato parte dell’eredità al comune: una manna dal cielo dal valore di quasi 800mila euro, giusto a proposito per cominciare il secondo relativo alla costruzione di un nuovo piano. Al momento siamo ancora qui. Fermi ad un secondo lotto che doveva servire a “rendere subito disponibili ed operative 15 camere, per 27 posti letto“ come andava asserendo Sicheri nel suo manifesto elettorale del 2009 distribuito casa per casa. Nonostante le migliori intenzioni quella promessa si è trasformata in una traversata, attraverso infinite questioni burocratiche e lo scoglio di un appalto che l'amministrazione ha dovuto ripetere due volte, per l'assegnazione dei lavori del secondo lotto, accumulando anche una serie di spese collaterali, non in ultimo le spese tecniche per chiedere addirittura un risarcimento ad una delle due ditte che, stante il fallimento, non è mai arrivato. “E per il terzo lotto?”. Quanti, a Lessolo, se lo chiedevano, hanno quasi smesso di pensarci. In teoria dovrebbe comportare un prolungamento di 18 metri dell’intero edificio per completare la capacità ricettiva portandola a 25 camere er 47 posti letto. “Questo lotto verrà finanziato in jont-venture con fondi pubblici e privati“ aveva scritto Sicheri. Insomma: buona fortuna a chi verrà dopo, saluti e abbracci. Perchè, se il comune ha usato l’eredità per colmare le proprie lacune finanziarie, se ha utilizzato fior di soldi pubblici per un’opera fantasma, come pensa di terminare l’ampliamento della struttura? Semplice: non potrà. Ma alla domanda Sicheri dovrebbe rispondere. Dovrebbe avere almeno la correttezza e l’onestà di rispondere. Ma non lo farà. Più probabilmente, invece, “regalerà“ ai lessolesi un’altra bella bolla di fumo. C’è da giurarci che arriverà alla fine di questo mandato con tanto di fascia tricolore al petto e forbici in mano per tagliare, gonfio d’orgoglio, un altro nastro. Quello relativo, appunto, al secondo lotto. Giusto la scorsa settimana la Giunta ha approvato una delibera per l’affidamento per le ultime opere edili di completamento, sulla base del progetto redatto dall’Architetto Giorgio Biava con studio professionale ad Ivrea per un importo di circa 12mila euro. Ma la storia non finisce. Il progetto peserà inesorabilmente nel dopo – Sicheri. Anche ammessa l’ultimazione dei lavori si porrà il problema della gestione. Il Sindaco intendeva affidarla a volontari, un’ipotesi difficile nei fatti. Più probabile il coinvolgimento di un gestore. Ma questo significherebbe un mare di fondi pubblici spesi per consegnare la struttura in mano ad un privato. QUANTO HANNO SPESO I LESSOLESI? Ecco il prospetto die costi sostenuti finora per la Casa di riposo. Primo Lotto 350mila euro con mutuo contratto presso la Cassa Depositi e Prestiti 150mila euro con fondi di bilancio Secondo Lotto 795.249,79 con lascito della signora Ornella Grange 27.750,21 con fondi di bilancio
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