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18 Settembre 2020 - 14:27
Erano partite con grande entusiasmo, poi la calda estate ha fatto evaporare l’impegno delle volontarie su via Gribaudia. Ma Annamaria Gilardi vive vicino a quel tratto di verde, ci tiene e lo cura da anni. “Ringrazio tutti, ringrazio Mariella Fabbris in particolare perché conosciamo tutti la sua passione - e prepara la bacchettata - ma poi bisogna avere il coraggio di andare avanti. Piantumare non basta, le piante muoiono se non le curi”. Parliamo di via Gribaudia, un percorso immerso nel verde, un luogo incantevole che farebbe innamorare chiunque. Sembra di entrare nell’antro di una favola, tra alberi che hanno nomi e raccontano la loro storia. E’ un tratto della ciclostrada Torino - Venezia, un sentiero ricco di tante specie botaniche. Il merito di questa natura così espressiva è della signora Annamaria Gilardi che da tempo immemore cura ogni singolo dettaglio. “Io son sincera: quando vedo persone impegnate a curare il verde, io non posso che rallegrarmi e ringraziarle - aggiunge - ma poi le cose vanno mantenute. Invece, con l’arrivo dell’estate e delle vacanze, son spariti tutti. E lasciano tutto in balia della sottoscritta: adesso ho un’età, tagliare rovi non è così semplice. Si fatica”.
Mancavano le rose e sono arrivate grazie all’impegno dell’attrice Mariella Fabbris e alla disponibilità del vivaista settimese, Andrea Vai, e anche altre piante, donate sempre dal vivaista per tentare di farle riprendere. “Ma infatti Mariella e una sua amica, Renata, sono state le più presenti - aggiunge e sorride - ma non basta mica. L’entusiasmo va bene, con Mariella ci conosciamo da anni e so che è brava a raccontare e a stimolare, ma poi non si deve dimenticare. Qui c’è da fare, tutte le settimane. Io lo so bene”.
Il tratto di strada incantato tra via Gribaudia e la strada Provinciale 11 è stato già teatro di letture per le scuole e progetti di ecologia applicata: alcuni alberi sono stati piantati e battezzati dagli alunni, un momento che si vede nello “Scampolo di Paradiso”, il docufilm di Vacis. Nel film “Paramatti, la fabbrica dei colori” si vede invece un coniglietto bianco, dato in prestito proprio dalla Gilardi. Un ambiente da set cinematografico, una dimensione speciale: “Ma quest’estate ha fatto un caldo inaudito - conclude - . Le piante vanno bagnate. E secondo lei, chi l’ha fatto?”. Una domanda che ha già in sé la risposta.
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