El Mustafa Hayan, il cittadino marocchino che lo scorso marzo aveva tentato di investire la figlia ventenne per la sua voglia di indipendenza e di vivere all'occidentale, è stato condannato a 10 anni di carcere. Il giudice del tribunale di Vercelli ha letto oggi la sentenza nei confronti del 53enne di Livorno Ferraris, accusato di tentato omicidio aggravato e maltrattamenti. La condanna è inferiore alla richiesta della procura, che al termine della requisitoria, lo scorso 14 novembre, aveva chiesto 13 anni. "E' comunque una sentenza molto severa, faremo appello", annunciano i legali di quello che l'accusa aveva definito "padre padrone". La vicenda del 15 marzo scorso aveva profondamente scosso la comunità di Livorno Ferraris, paese nella pianura vercellese dove la famiglia Hayan abita da tempo. La giovane fa parte di una squadra di basket, la ADBT Livorno Ferraris, e i suoi profili Facebook e Instagram descrivono una ragazza emancipata, con una vita perfettamente integrata nella comunità locale. Quel giorno Miriam doveva sostenere un colloquio di lavoro in un paese vicino, e il padre si era offerto di accompagnarla in automobile. Lei aveva rifiutato, e Hayan, dopo aver fatto il giro dell'isolato, era ritornato dalla figlia e l'aveva urtata con l'automobile, facendola cadere a terra. Le ferite riportate non erano di grave entità. Non c'era l'intenzione di investirla, aveva sottolineato Hayan durante il processo, ma solo la volontà di chiederle dove stesse andando. "Lei si è presa paura - aveva detto - e si è buttata sull'auto". Secondo i difensori del marocchino, Fabio Merlo e Andrea Fontana, non c'erano riscontri oggettivi sulla volontà del padre di voler investire e uccidere la figlia. Di tutt'altro parere l'accusa, secondo cui l'uomo reagiva in maniera spropositata durante i litigi con la figlia. Tant'è che Miriam si rifugiava spesso dai vicini di casa o dalle amiche. Dopo l'investimento, il 53enne era stato arrestato e portato in carcere. Successivamente aveva ottenuto i domiciliari. La cestista aveva ricevuto la solidarietà di tutto il Paese, e le compagne di squadra le avevano organizzato una festa in palestra per dimostrarle il loro affetto. Anche l'ex premier Salvini si era espresso sul caso di Livorno Ferraris: "Se pensi che qui si torna indietro sulla libertà delle donne, torna al tuo Paese", aveva detto rivolgendosi al padre. I giudici avevano disposto il giudizio immediato per il marocchino, condannato oggi a 10 anni di carcere e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
...
Dentro la notiziaLa newsletter del giornale La Voce
LA VOCE DEL CANAVESE Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.