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25 Novembre 2019 - 16:02
È
stato intitolato a don Giovanni Cocchi il rinnovato salone parrocchiale di Druento. L’intitolazione e l’inaugurazione è avvenuta domenica mattina, a margine della Santa Messa officiata dal parroco in occasione di Santa Cecilia, patrona della musica e dei musici.
Alla presenza del corpo bandistico musicale Santa Cecilia e dell’associazione “I Retroscena” e dei rappresentanti dell’associazionismo cittadino, il taglio del nastro ha visto protagonisti Monica Vietti, presidente de “I Retroscena”, il sindaco Carlo Vietti, l’assessore alla Cultura, Marinella Orsino.
“Finalmente ce l’abbiamo fatta”, tiene a sottolineare don Simone Pansarella, parroco di Druento. Dopo anni di chiusura, infatti, il salone che una volta era una scuola, poi un cinema e, nel tempo, è stato anche teatro, ora torna a disposizione della collettività.
Grazie alla comunità parrocchiale, al consiglio pastorale e all’amministrazione comunale, che hanno destinato fondi e offerte per questo progetto, realizzato dal geometra Luca Gotto e dall’architetto Lorenzo Casanova, con l’ausilio delle ditte “Cave Druento” e “Beton Scavi” della famiglia druentina Torassa.
“Siamo emozionati - commentano Vietti e Orsino - Ora inizia una nuova vita di questa opera. Il suo utilizzo futuro. Grazie ai Retroscena per quello che faranno qui dentro nel corso del tempo. A Druento tornerà il teatro. A Druento tornerà a vivere un luogo storico per noi druentini. Una nuova casa per i nostri giovani. Un grazie per averlo intitolato a don Cocchi, un druentino che, anche se non è santo, è un punto di riferimento per tutti noi. Noi siamo orgogliosi di avere avuto un concittadino così importante”.
E se I Retroscena, con un intervento teatrale, hanno rimarcato l’importanza del teatro, la giornata di festa si è conclusa con l’esibizione del Santa Cecilia.
Don Giovanni Cocchi nasce a Druento il 2 luglio 1813. A 17 anni si trasferisce con la madre a Torino e nel 1836 viene ordinato sacerdote. Un anno dopo è vice curato della parrocchia dell’Annunziata e nel 1840 apre l’Oratorio dell’Angelo custode. Nel 1849 fonda e dà vita al Collegio degli Artigianelli. Nel 1852 Si trasferisce a Cavoretto, dove fonda la prima colonia agricola italiana. Un anno dopo, trasferisce la colonia agricola a Moncucco Torinese e nel 1868 apre il Riformatorio di Chieri. Morirà nel 1895 a 82 anni.
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