"Con il suo atteggiamento ci ha impedito di proseguire le indagini su un tentato omicidio". Con queste parole oggi il pm Roberto Sparagna, a Torino, ha chiesto di condannare a un anno di carcere A.M., processato con l'accusa di false dichiarazioni. Un testimone reticente, secondo il magistrato, che non ha voluto confermare il contenuto di una conversazione intercettata nell'ambito dell'inchiesta 'Colpo di Coda' sulla 'ndrangheta nel Torinese. A.M. indicò a un interlocutore il nome "dell'uomo d'azione" che aveva fatto "sparare a Ignazio". Gli investigatori ipotizzarono che stesse parlando di un agguato teso il 5 giugno 2005 a Settimo Torinese, ma quando interrogarono A.M. non ottennero risposte. "A causa della sua reticenza - ha spiegato Sparagna - non abbiamo potuto fare passi avanti. Per lui, che è senz'altro vicino agli ambienti criminali, probabilmente è un titolo di merito. Ma il colpevole di quel delitto è ancora libero". Sparagna ha sottolineato che qui non esistono cause di non punibilità: "A.M. non era coinvolto nel tentato omicidio, non era indagato in altre vicende, non risulta fare parte delle locali di 'ndrangheta della zona. Era in pericolo di vita? Non ne ha fatto cenno. E allora doveva dire la verità". Il pm, inoltre, ha spiegato che A.M. al telefono si presentava come "il chimico" più importante del Piemonte dei narcotrafficanti per la raffinazione della droga. Di tenore opposto l'intervento dell'avvocato difensore, Antonio Mencobello. "Da quella conversazione telefonica si capisce che il mio assistito non sapeva nulla: ha persino sbagliato il nome della città in cui è stato commesso il fatto (aveva detto Chivasso - ndr). Il pm dovrebbe dimostrare che A.M. conosceva i particolari, ma è lui stesso a non riferirci nulla sullo stato delle indagini, né sull'autore né sul possibile movente. Quanto al sedicente ruolo di 'chimico', come fa il pm a dire che non si tratta di una fantasia o di una millanteria?". "Se uno non sa niente - ha concluso - non è obbligato a dire niente".
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
...
Dentro la notiziaLa newsletter del giornale La Voce
LA VOCE DEL CANAVESE Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.