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IVREA. Il Nordic Walking

IVREA. Il Nordic Walking

Anche quest’anno, l’iscrizione alla UNI3 mi ha riservato una sorpresa.

Si tratta del corso di Nordic Walking, di cui conoscevo solo molto approssimativamente le caratteristiche.

Ebbene, per chi sarà motivato ad approfondire l’argomento, potrà soffermarsi a leggere l’articolo, e magari sperimentare personalmente questo sport.

Già sul libretto della UNI3 di Ivrea le informazioni di base erano esaustive, ma l’introduzione fatta dal sig. Sergio Ferrarese, durante la prima lezione, ha sottolineato quanto la consapevolezza di sé, nel camminare, possa essere fondamentale per la nostra salute.

Questo sport, nato in Finlandia negli anni 30, e praticato come allenamento nel periodo estivo dagli atleti dello sci di fondo, venne in seguito divulgato in tutto il Paese, e reso accessibile anche ai non atleti. Nel 1997 venne ufficializzato il Nordic Walking così come lo conosciamo oggi. E all’inizio degli anni 2000 approdò in Italia.

La motivazione di fondo che apprendevo, in quella lezione, era: appropriarsi di sé, ma anche di ciò che ci circonda.

Nel seguire questa introduzione, mi domandavo quanto potremmo ancora imparare, noi Italiani, ad apprezzare la nostra bella Natura.

Poi il corso è iniziato.

E durante le camminate nei boschi della Paraj Auta di Bellavista, tutti noi Corsisti abbiamo imparato ad allenare il corpo in modo olistico. E l’attenzione era rivolta non solo al nostro fisico, ma era orientata a sentirci parte della Natura.

Non c’era tempo per conversare, ma non ne sentivamo l’esigenza: erano sufficienti le brevi soste, per approfondire gli aspetti tecnici della deambulazione, e per osservare un poco gli aspetti poetici del paesaggio.

Ma era anche il mondo interiore che ognuno di noi si abituava a cogliere.

La visualizzazione e la fantasia fanno parte dell’Essere Umano, così, senza essere artisti, trovavamo le immagini che ci sostenevano nel procedere.

In salita, ci aiutavano i bastoncini, posizionati in modo adeguato, ma ci sosteneva anche la visualizzazione di “corde “che ci “tiravano su in alto” e… diventavamo tutti più leggeri.

E poi…in cima alla collina, il traguardo: la pittoresca corona delle montagne, con la Bella Dormiente ormai innevata, ci donava un “respiro libero” come se anche noi tutti avessimo raggiunto quelle cime.

Nel ritorno, ancora i bastoncini ci permettevano una discesa sicura, anche questa volta ricca di immagini interiori, per chi le voleva coltivare.

Il mese di dicembre ha portato, con un po’ di rimpianto, il termine delle belle lezioni con Sergio.  Ma questa esperienza ha suscitato in ognuno una consapevolezza nuova della propria corporeità.

E ha stimolato una parte essenziale della nostra Umanità: la capacità di ricercare, anche nella fisicità, il mondo della fantasia e dei sentimenti, che rendono la vita migliore, in qualsiasi età.

Mariella Beata Getto

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