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19 Dicembre 2018 - 15:49
"Tanto c’è ancora da fare, ma tanto è stato già fatto in questi ultimi anni”. Il sindaco Vittorio Bellone è convinto che la strada percorsa sia quella giusta. Ed è proprio per fare il punto sulla situazione, per parlare delle puzze e dei miasmi che da sessant’anni ammorbano l’aria del paese che giovedì scorso, 6 dicembre, ha organizzato un incontro pubblico. “Da quando sono diventato sindaco - spiega Bellone - è stata mia cura seguire da vicino la questione mantenendo un contatto costante con Arpa e Città Metropolitana. Come amministratore è mio dovere tutelare i cittadini. Sia quelli costretti da sempre a convivere con questo grosso disagio, sia coloro che, invece, lavorano per la Costantino Spa, l’azienda da sempre al centro della bufera”.
Il sindaco di Favria, Vittorio Bellone spiega la necessità che lo ha spinto ad organizzare l’incontro del 6 dicembre: “Si stavano alimentando false credenze, paure immotivate. Questo soprattutto sui social. Leggevo sempre più di frequente commenti di chi dinnanzi alla puzza, a volte insopportabile, sollevava l’allarme cancro. Le puzze non sono cancerose. Sono fastidiose, ma nuociono meno alla salute di tante altre sostanze impercettibili come le polveri d’amianto. Negli ultimi anni la ditta Costantino ha fatto molto per cercare di ovviare ad una situazione che va avanti da sessant’anni. Ha speso 100mila euro per un nuovo impianto di depurazione che tutti credevano risolutivo. Invece in un primo momento, durante l’estate scorsa, la situazione era addirittura peggiorata. Se prima, infatti, le puzze erano concentrate in determinati momenti della giornata, in quei giorni non si capiva più nulla. Fortunatamente si è trattato solo di un periodo. Adesso la situazione è nettamente migliorata. Certo, il problema non è stato eliminato, ma non possiamo dire di avere davanti a noi un’azienda non interessata al problema”. Rappresentanti della Costantino erano presenti all’incontro e hanno spiegato il tipo di lavorazione che si svolge all’interno dell’azienda. Tra i relatori anche rappresentanti dell’Arpa e di Città Metropolitana. I controlli nei confronti dell’azienda sono sempre stati molto stringenti e più volte è stato impiegato il “naso elettronico” per tentare di individuare la causa degli odori.
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