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13 Dicembre 2018 - 11:08
L’università è stata inaugurata due mesi fa e sabato è stata al centro dell’evento organizzato da Slow Food
Nel 2017 Carlo Petrini ha comunicato la volontà di creare l’Università della Cultura Materiale in Valchiusella per la promozione e la preservazione dei mestieri legati alla terra e all’artigianato, una possibile soluzione alla disoccupazione giovanile attualmente in aumento.
Si è dovuto aspettare fino a sabato 29 settembre 2018 per la realizzazione del progetto e la nascita della prima Università piemontese della Cultura Materiale, inaugurata a Vico Canavese dalla Condotta Slow Food Valchiusella, dal presidente Coldiretti, Fabrizio Galliati ed i docenti rappresentati dell’Università di Scienze Gatronomiche di Pollenzo, frazione di Bra, con cui il neonato istituto della Valle collaborerà. Laura Lancerotto, presidente del Club Amici della Valchiusella, in occasione dell’evento Terra Madre di Vistrorio dell’8 dicembre, spiega come l’Università della Cultura materiale sia nata per insegnare una nuova filosofia eco-sostenibile, il cui punto di riferimento sarà il sapere tradizionale e l’indiscussa maestria delle donne che ancora oggi sono l’asse portante dell’agricoltura e dell’artigianato della Valchiusella. “ Insegneremo ai giovani la “praticultura”. Oltre ai ragazzi di Pollenzo, accoglieremo anche studenti stagisti dell’Università di Torino per diffondere a più giovani possibili il valore del lavoro materiale, il concetto della fatica e del godere non solo del prodotto ottenuto ma anche del risultato dei propri sforzi e del creare con le proprie mani un qualcosa di duraturo. Vogliamo che si abituino all’idea che tutto ciò che viene dalla Terra e che lavorano, tornerà alla Terra garantendo l’equilibrio dell’ecosistema oltre che un’alimentazione più genuina fatta di prodotti raccolti a km zero senza il problema della sovrapproduzione e della sovralimentazione. Per capire ed esercitare questa circolarità del prodotto è necessario anche comprendere la preziosità e rarità delle materie prime che la Natura dona nonché la loro composizione chimica e come potranno essere utilizzate nel rispetto dell’ambiente che ci circonda” afferma entusiasta Lancerotto. “Petrini ha detto che, in futuro, il contadino salirà in cattedra e l’università si farà in cascina: il sapere locale dialogherà finalmente con la cultura accademica. Noi lo abbiamo preso in parola: stiamo trasformando una vecchia cascina in un’aula didattica la cui cucina diventerà un laboratorio dove i giovani potranno imparare a lavorare i manufatti. Le donne magistre delle erbe o imprenditrici agricole e gli artigiani saranno gli insegnanti che, mettendo a disposizione la loro esperienza per essere appresa, rivoluzioneranno il modo di fare scuola odierno”
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