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18 Novembre 2018 - 17:24
Non poter accendere la luce in cucina perché altrimenti rischierebbe di far saltare in aria l’intero impianto elettrico. E’ il problema che attanaglia da tempo la signora Gina Spina, 90 anni, residente alle case popolari “Cit” (Consorzio intercomunale torinese) di via Torazza 20 a Mappano.
“Tutta colpa di una infiltrazione presente nel tetto e che purtroppo ha coinvolto anche il mio alloggio. Sono costretta ad andare a dormire con diverse coperte e maglioni per via della forte umidità”, spiega la signora, che nonostante il disagio continua a sorridere.
“E cosa devo fare? Deprimermi? Sono vedova, queste sono le vere disgrazie della vita. Questa mia disavventura nell’alloggio che abito dal lontano 1988, spero si possa risolvere quanto prima. Anche perché è proprio una brutta situazione”.
La signora, oltre a farci vedere la bacinella a terra, quasi completamente colma d’acqua, ci mostra anche una lampadina, anch’essa piena d’acqua.
Che, in soldoni, vuol dire: rischio immediato di esplosione se dovesse accendere la luce.
“Sono anni che sussiste questo problema - spiega Giuseppe Sarica, presidente del comitato inquilini delle case Cit di via Torazza - In alcune circostanza sono stati fatti lavori di ‘rattoppo’, senza però riuscire a risolvere una volta per tutte il problema della signora ma anche degli altri condomini. Visto che i disagi legati alle infiltrazioni si possono ben vedere anche in altri alloggi”.
Dalle Cit, in una recente lettera inviata a Sarica e agli altri componenti del comitato inquilini, pone in evidenza come “il progetto di ripristino sia stato validato nel dicembre 2017” e “compatibilmente con i tempi tecnici di verifica e aggiornamento del piano esecutivo di gestione”, si “procederà all’espletamento delle procedure di gara e ai lavori stessi”.
Insomma, le parole proferite il 18 giugno scorso dalla presidente del cda delle Cit, Sonia Schellino, che è anche assessore alle Politiche Sociali del Comune di Torino, al momento non si sono tramutate in alcun fatto. E di mesi, dal dicembre 2017, ne sono passati ben undici. Mentre sono già cinque i mesi trascorsi dalla lettera inviata al Comitato.
Di fatti, al momento, solo una lampadina e una bacinella piene d’acqua e una signora che sta vivendo la sua vecchia in modo poco dignitoso. Il resto è noia.
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