La meteorologia e la finanza: due mondi agli antipodi ma in stretta correlazione. Martedì 18 febbraio, presso il ristorante da Sergio in via Brescia 6 a Settimo, si è svolta la conviviale rotariana n°1118, ma per Marco Gilardino era la prima volta come presidente. Gilardino ha scelto per il suo debutto un argomento, relazionato da Elvio Bertone, che ha affascinato e incuriosito i moltissimi soci presenti: “Gli effetti del riscaldamento globale su economia e finanza”. Elvio Bertone, 48 anni, consulente finanziario in una delle più importanti realtà nazionali del Private Banking, ha una passione che dura da molti anni: la meteorologia. Questo interesse lo ha portato a scrivere numerosi articoli nei settimanali settimesi e a curare, dal 1989, la rubrica “Che tempo fa” molto seguita sul nostro giornale. “Occuparsi di meteorologia- ha iniziato a spiegare Elvio -significa alzare gli occhi al cielo e scrutare l’infinito. Vorrei, però, sottolineare come, anche se non viene automatico metterle in relazione, la meteorologia e la finanza non siano due mondi a sé, ma dipendono l’una dall’altra”. L’effetto serra e il riscaldamento globale, infatti, obbligano a riflettere non solo sul futuro del nostro pianeta, ma anche sul cambiamento che producono nell’economia mondiale. Si stima infatti che nel 2050 la popolazione sul nostro pianeta supererà i 10 miliardi di persone con tutto quello che comporterà a livello di reperibilità delle risorse e di consumi energetici. L’aumento delle temperature ha portato intere nazioni a reinventarsi e a modificare il proprio sistema economico. Molte colture sono state spostate di latitudine e di altitudine, un esempio è la Russia che è diventata leader, superando Canada e USA, nelle forniture di grano sul mercato mondiale con la quota record nel 2016 di 25 milioni di tonnellate. O come in Svezia in cui si coltiva la pianta della vite da più di dieci anni. Il cambiamento climatico, con il relativo scioglimento dei ghiacci artici, ha inoltre portato a pensare e a intraprendere nuove via di comunicazione e di trasporto per le merci. Oggi il Canale di Suez, completato nel 1871 e utilizzato per più di cento anni, non è il solo passaggio obbligato verso le aree asiatiche, perché lo scioglimento del ghiaccio al Polo Nord ha aperto una strada per raggiungere, dall’Europa, in meno tempo Cina, Giappone e Corea del Sud. Ovvero, si passa da sopra invece che da sotto. Il cambiamento climatico crea, però, nuovi settori per lo sviluppo economico: la desertificazione di molte aree, causata dall’attività umana o meno, necessita di produrre macchinari e/o l’impiego di operatori per rendere vivibili le suddette aree. Il cambiamento climatico modifica, nel piccolo, anche la quotidianità delle nostre vite: a Settimo T.se l’ultima consistente nevicata, 18 cm di neve, è avvenuta il 7 gennaio 2009. E questo che cosa vuol dire? Le attività commerciali che vendevano attrezzature per la neve hanno dovuto ovviamente cambiare prodotto e nessuno di noi ha scarponi e tute da neve negli armadi. O, semplicemente, i bambini non hanno più la possibilità di realizzare un pupazzo di neve come si deve!
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