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SETTIMO. Il cammino verso Santiago

SETTIMO. Il cammino verso Santiago

Ecco come un pellegrinaggio può diventare la vacanza della propria vita. E’ successo a Simona Robba, pronipote di quel Luigi Robba che fu il primo proprietario della trattoria settimese Ciabot Pulaia.

Lei, cinquantenne quest’anno, è stata “chiamata” dal Cammino di Santiago, e questa estate vi tornerà per un percorso alternativo seppur egualmente suggestivo dal 26 agosto. “Nel 2003 ero in vacanza con il camper vicino a Lourdes con la mia famiglia – racconta Simona – Volevamo andare verso Barcellona, così ho cercato un percorso adatto ai miei due bambini e siamo capitati a Roncisvalle: per strada vedevamo persone con lo zaino, sembravano spensierati e vedevo i cartelli per il Cammino di Santiago. La vallata era stupenda, mi ha incuriosita.”. Di ritorno a casa Simona si è documentata su internet e le si è aperto un mondo: “Mi ha martellato la testa, continuavo a pensarci – continua – Perchè ci sono andata? Perchè è stato il Cammino ad avermi chiamata. E quando lo finisci lui ti richiama, ne senti l’astinenza: quest’anno tornerò a Porto e Santiago con un battello, da Vigo. Non ho stabilito la data di ritorno. Di Cammini in realtà ce ne sono 6”. Simona il Cammino lo ha fatto tutto a piedi: “Di rischi ogni tanto ce ne sono: una volta era stato investito un pellegrino, poi ritrovato nella spazzatura. Qua e là ci sono delle lapidi. Ma c’è anche chi parte ed è già malato, chi lo fa in sedia a rotelle”. Tutto può succedere: è una metafora delle incognite della vita. Si conoscono anche persone  che della tua vita faranno parte in diversi modi. Nello zaino giusto tre cambi di vestiario, il sacco a pelo, i tappi per le orecchie, per proteggersi da chi russa nelle camerate. A mangiare e bere pensi strada facendo, perché anche pochi grammi di peso in meno sono importanti. “I grammi vanno moltiplicati per i chilometri che fai e per i giorni. Non bisogna oltrepassare il 10% del proprio peso”, suggerisce Simona. Poi, per il resto, tutto è cammino, non una gara. E non devi pensare di arrivare a Compostela: dove arrivi va sempre bene, perché a distanza di anni il Cammino può continuare da dove ti eri fermato. “Le persone lì si lasciano andare, nella stessa giornata ridi e piangi, c’è umanità e un aiuto reciproco che non trovi altrove - continua Simona – Ho conosciuto delle ragazze che ogni tanto sento ancora. Attrai delle persone che sono come te”. Ogni luogo percorso ha le sue suggestioni: la Pamplona medievale, la cattedrale di Burgos o la chiesa di Santo Domingo con un gallo vivo dentro, la Gallizia, il deserto delle Mesetas, Santiago stessa, dove giacciono le spoglie di San Giacomo uno degli ultimi apostoli di Gesù e dove ottieni la Compostela, la famosa conchiglia del Cammino.

Il consiglio di Simona è quello di partire senza farsi domande: “Quando mi chiedevano di cosa avevo bisogno per partire – conclude – rispondevo: libere incognite”.

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