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18 Luglio 2018 - 15:45
Sandro Barollo, fondatore del registro storico delle Mountain Bike, ha messo in sella due corridori settimesi: Aimone Picchio e Claudio Marchigiano. Il primo è “l’avvocato biker”, da trent’anni impegnato nel mondo delle gare di mountain bike: “Ho iniziato a pedalare nel 1991, ma negli anni la passione non è mai dimunuita. Mi ricordo che i primi allenamenti, rispetto a quelli di oggi erano molto diversi: si usciva senza meta, niente Garmin con cartografie, niente cellulari. Se rompevi la bici erano affari tuoi”. Le bici non erano in carbonio come adesso, il materiale più pregiato di quei tempi era il titanio. Picchio è un master ed è in testa alla classifica del campionato Coppa Liguria. “Lo scorso anno ho vinto il titolo nazionale gran fondo ACSI – continua - vinsi pure la Coppa Piemonte qualche anno fa, con grandi sacrifici, in quanto la mia attuale professione di avvocato viene prima della bici e mi impegna per una gran quantità di tempo. Un bel ricordo che conservo è quello della faccia di mio padre quando mi ha visto superare l’allora campione del mondo under 23 Dario Acquarioli, ai campionati italiani Elite nel 1997. Darò il mio sostegno all’amico Sandro Barollo con il suo Registro Storico MTB, nato come gruppo aperto sui social, e toglierò la polvere da una delle mie prime MTB, una vera chicca storica e la registrerò perché sia immortalata”. Anche Claudio Marchigiani, il maestro biker settimese svela tutti i segreti della sua passione: “Contribuii a far nascere oltre trent’anni fa un nuovo mezzo di locomozione detto Mtb o meglio bici da montagna, come mi piace definirla – racconta - Ho partecipato a qualche gara, vanto un sacco di bei ricordi e parecchi pezzi storici accumulati in questi anni. Ho iniziato 35 anni fa con una bici recuperata dal ferro vecchio. Ringrazio l’ amico Sandro Barollo per questo progetto che vede l’ inserimento delle MTB storiche in un apposito registro. La mia prima bici, naturlamente registrata, è stata il famoso Rampichino Cinelli che possiedo dal 1986. Mi sembra impossibile di aver raggiunto più volte la cima dello Chaberthon proprio con quella bicicletta da montagna”.
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