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23 Maggio 2018 - 17:05
Biciclette arancioni abbandonate per Settimo. Hanno le ruote storte e sono quasi tutte senza sella. Inutilizzabili. E, adesso, cominciano ad essere portate in discarica, in via Verga, nei cassonetti della Seta. La filiera, in questo caso, fortunatamente non finisce dal demolitore: le biciclette rottamate, se sono in condizioni discrete, vengono riaffidate all’associazione Riciclistica Settimese. “Questo tipo di biciclette non possono ovviamente essere rigenerate dalla nostra associazione – dice Gianni Fina, presidente e fondatore della Riciclistica - . Non possiamo intervenire per risistemarle. Contatterò al più presto la società che gestisce questi mezzi dotati, oltretutto, di tecnologia sofisticata. Sarebbe importante capire cosa possiamo fare e quale procedura dobbiamo seguire per salvare queste biciclette da atti vandalici”.
Sembra di rivivere l’incubo del bike sharing di marca settimese, quello che fece registrare un triste record: tutte le biciclette “da condividere” furono rubate oppure rese inutilizzabili e ridotte a merce da ferrovecchi. Una vergogna. L’amministrazione scelse di non ripetere l’esperienza, troppo costosa e anche troppo dolorosa per tutti gli appassionati della mobilità sostenibile. Ci ha riprovato Torino, dando disponibilità al sistema O’ Bike. Quelle biciclette arancioni sono il nuovo servizio di bike sharing definito “a flusso libero” di Torino, prima città in Italia ad essere scelta dall’azienda produttrice di Singapore. Per la città non ci sono stati investimenti: le biciclette non necessitano di stazioni di deposito e possono essere utilizzate attraverso un’applicazione per smartphone, scaricabile da Google Play o App Store. Attraverso questa applicazione è possibile individuare una bicicletta nei dintorni attraverso la tecnologia Gps per la geo-localizzazione. La bicicletta viene sbloccata inquadrando con l’obiettivo del telefonino un codice univoco stampato su ogni mezzo. Dopo l’utilizzo, le biciclette possono essere lasciate in qualsiasi luogo pubblico adibito a parcheggio bici e bloccate manualmente, senza creare ostacolo al flusso del traffico e dei cittadini che si muovono a piedi. Chi utilizza malamente il servizio, viene penalizzato sempre attraverso l’applicazione, con un aumento della tariffa. Attualmente il costo del servizio è di 30 centesimi ogni 30 minuti.
Nonostante la tracciatura e le nuove tecnologie, le biciclette continuano ad essere abbandonate e smembrate. Purtroppo, Settimo è in buona compagnia: a Roma, queste biciclette vengono gettate da ignoti a caccia di bravate nelle fontane scolpite dal Bernini. Una vergogna tutta italiana.
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