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16 Maggio 2018 - 22:15
L’aumento della Tari, quest’anno a Venaria, è pari a circa il 3%. Una piccola “mazzata” se hai una casa grande e se hai una famiglia numerosa. Più contenuta se hai un nucleo familiare piccolo e se hai una casa di piccole dimensioni.
E sono figli di due fattori: uno legato all’obbligo di istituire un fondo per i “morosi”, “che una volta ci pensava direttamente lo Stato, ma oggi è compito di ogni amministrazione comunale”, tengono a precisare il sindaco Roberto Falcone e il suo vice, nonché assessore alle Finanze, Angelo Castagno.
“Purtroppo il problema dell’evasione dei tributi, anche se in calo, è sempre presente a Venaria. E in attesa che si riescano a mettere in campo le azioni propedeutiche al recupero di quelle somme, è nostro obbligo creare un fondo che vada a tamponare questa emergenza”.
E poi c’è la partita legata all’aumento delle richieste di servizi che il Comune vuole da Cidiu, la società che si occupa della raccolta dei rifiuti e della pulizia delle strade.
“Abbiamo chiesto un ispettore ecologico per il controllo dei rifiuti da part-time a full-time, così come un incremento dell’azione delle macchine apposite per la pulizia di strade, marciapiedi, piazze e muri. Queste richieste hanno dei costi che portano, inevitabilmente ad un aumento della Tari”.
In molti si porranno la seguente domanda: “ma perché dobbiamo pagare noi per questi servizi?”. E la risposta arriva immediata: “La Tari è una tassa che vede il Comune quale semplice riscossore, visto che tutta la quota va alla società che eroga i servizi e una piccola parte, il 5%, alla Città Metropolitana”.
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