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18 Aprile 2018 - 10:36
valter martinetti della Genco srl
L’ipermercato di Nova Coop che Genco srl vorrebbe costruire più o meno nei pressi della stazione ferroviaria?
Fermo ad un “binario morto” e lì probabilmente resterà, anzi no, “sicuramente” resterà, fino alla fine del mandato del sindaco Carlo Della Pepa.
“Questioni tecniche” dicono in Municipio e un po’ hanno ragione. Di nuovo c’è solo che la pratica è passata dalle mani del Suap (sportello unico per le attività produttive) all’ufficio urbanistica diretto dall’architetto Nedo Venzio che sta valutando carte e progetti nell’ambito di un procedimento di variante detto “Piru” che significa “Programma integrato di rigenerazione urbana”.
E parliamo di uno strumento urbanistico, previsto dalla legge regionale e pensato per la riqualificazione di parti della città mediante interventi organici d’interesse pubblico. Tra le altre cose si prevede un parere vincolante in ambito di conferenza dei servizi, oltre che in consiglio comunale.
Diciamo che se si è arrivati sino a qui è perchè così si sono accordati gli avvocati del Comune e quelli della società Genco, rinunciando ad una sentenza dei giudici della seconda sezione del Tar di Torino, riunitasi lo scorso 14 marzo e presieduta dal giudice Carlo Testori.
Appena lo aveva saputo (e parliamo di qualche settimana fa), il consigliere comunale Alberto Tognoli non solo aveva sgranato gli occhi, ma gli era venuto quasi istintivo scrivere una email a mezzo mondo.
“Evidentemente il sindaco ritiene che non sia il caso di informare i consiglieri – si era precipitato a commentare – Tutto quel che si sa su questa vicenda lo abbiamo appreso dai giornali…Vorre ricordare che il Sindaco, nel corso di una commissione Assetto del Territorio aveva annunciato la convocazione della medesima per un esame approfondito del caso, che certamente non si può definire di scarsa rilevanza. Le cose non sono andate così ed i Componenti della Commissione non hanno potuto esprimere alcun giudizio valutativo sulla vicenda. Ancora una volta, alla faccia del rispetto delle Istituzioni e anche di quello, pur meno significativo degli stessi Consiglieri, si viene a conoscenza dei fatti atraverso il giornale portavoce dell’Esecutivo. Complimenti!”.
Il bello è che di tutta questa storia, compreso il “Piru”, pare ne sia a conoscenza solo il sindaco. Non ne sanno nulla i consiglieri di maggioranza e non ne sa nulla anche l’assessore Giovanna Codato.
“Della Genco non me ne sto occupando io” continua a dire ormai da settimane.
Insomma è giallo, non foss’altro che ancora non si è capito se l’ufficio tecnico aveva ragione nel sostenere che corso Nigra era da considerarsi “centro storico” oppure no.
Nel primo caso sarebbero infatti possibili solo esercizi commerciali non più grandi di 900 metri quadrati oppure l’utilizzo di altre aree già individuate dal piano regolatore del 2006, una fra tutte in corso Vercelli verso Burolo.
“Noi siamo in A3 e non in A1” – aveva invece sttolineato Valter Martinetto, titolare della Genco srl -. Essere in A1, cioè in centro storico, significa non poter fare quasi nulla, essere in A3, al contrario, quasi tutto, compreso un negozio con una superficie di 2.500 metri quadri…”
Vero è che i giudici a novembre, avevano già accolto il ricorso e disposto il riesame “in uno spirito di reciproca e leale collaborazione”, invitando il Comune a valutare la fattibilità in considerazione delle opere pubbliche di compensazione.
In ballo c’è un investimento da 14 milioni di euro, di sicuro il più grande che Ivrea abbia visto negli ultimi anni.
Parliamo di un’area di 13.500 metri quadri, tra corso Nigra e via Di Vittorio, proprio davanti al Movicentro, all’interno della quale si prevede la demolizione di due fabbricati, tra cui l’ex casa Molinario (che un tempo ospitava il centro prenotazioni unico dell’Asl To4), la realizzazione di un parco urbano di 1.300 metri quadri con tanto di percorso ciclo pedonale, una nuova piazza di fronte alla stazione e varie modifiche alla viabilità, non in ultima due rotonde. S’aggiunge, evidentemente, l’Iperstore di 2.500 metri quadri.
Valter Martinetto e i curatori del proegetto (lo Studio Casalatina) ne fanno una questione economica (solo per Casa Molinario hanno speso 750 mila euro), ma anche di diritto, non foss’altro che il nuovo fabbricato pareggerebbe i conti con i due vecchi edifici da abbattere pari a 12.676 metri cubi. “Tradotto il tutto in metri quadri – ci avevano spiegato – si andrebbero ad utilizzare appena 4.814 metri rispetto ai 6.754 consentiti dal piano regolatore…”.
E adesso che si fa?
“La mia impressione è che si stia temporeggiando per far passare i giorni inutilmente - scuote la testa Martinetto - L’ufficio tecnico ci ha detto che si dovrà andare in conferenza dei servizi, ma a noi, in Regione, han detto che basta il parere del consiglio comunale. Abbiamo già perso 60 giorni e faccio difficoltà a capire il perchè... “
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