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12 Aprile 2018 - 15:55
Roberto Falcone, ex sindaco di Venaria
Claudio Martinelli
Il primo pacchetto di misure “antismog” previste dall’accordo per la qualità dell’aria nel bacino padano approvate ad ottobre dalla Regione continua ad essere visto con criticità dal sindaco di Venaria, Roberto Falcone, e dall’assessore all’Ambiente, Marco Allasia.
La misura più rilevante è l’adozione del “semaforo”, comune a tutte le aree interessate, per l’individuazione e la gestione del perdurante accumulo degli inquinanti in atmosfera.
Il “semaforo antismog” prevede un primo livello arancione, che si attiva dopo 4 giorni di superamento consecutivi del limite di 50 microgrammi per metro cubo della concentrazione di polveri sottili, e un secondo livello rosso, che si attiva dopo 10 giorni di superamento consecutivi di tale limite.
I giorni per la verifica sono fissi, il lunedì e il giovedì, e il rientro può avvenire dopo due giorni consecutivi misurati al di sotto del valore limite di 50 microgrammi per metro cubo, oppure in caso in cui la concentrazione del giorno precedente il giorno di controllo sia misurata al di sotto dei 50 µg/m3 e le previsioni meteorologiche e di qualità dell’aria prevedano per il giorno in corso e quello successivo condizioni favorevoli alla dispersione degli inquinanti.
Per Falcone, “la Regione Piemonte con i dati che fornisce Arpa disegna un quadro completo di come viene generato l’inquinamento atmosferico che respiriamo ogni giorno. Le azioni che però poi ha stabilito sono completamente inefficaci. Lo abbiamo detto in tutte le sedi e lo abbiamo scritto a tutti gli enti competenti: di inquinamento si muore e non possiamo ridurci ogni inverno a fronteggiare un’emergenza ambientale, ma dobbiamo muoverci per tempo”.
Dello stesso avviso anche Marco Allasia, che si concentra su cosa porti allo sforamento: “Siamo sotto procedura di infrazione per il superamento del limite di pm10 e per il superamento della media annuale del valore degli ossidi di azoto. Non sono solo i veicoli ad essere fonte di inquinamento, ma anche molti altri comparti come agricoltura, industria, riscaldamento che concorrono al raggiungimento e al superamento dei vincoli imposti dall’Unione Europea”. Per questi motivi, i due amministratori definiscono l’accordo “inefficace perché concentra le azioni solo su un ristretta parte degli agenti inquinanti. Dobbiamo lavorare su dei provvedimenti tempestivi che non siano emergenziali e non riguardino solo la mobilità, ma che siano trasversali”.
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