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12 Aprile 2018 - 10:11
Il Cic di Ivrea
Un bando della Regione per 15 milioni di fondi europei destinati allo sviluppo della Piattaforma tecnologica salute e benessere. Tra i vincitori, toh guarda, c’è anche la Csp di Pio Piccini, cioè l’azienda che nel 2015 ha acquistato il Cic (Consorzio per l’informatizzazione del Canavese) chè stava rischiando di fallire, portandosi dietro e a gambe all’aria tutti i soci (oltre al Comune di Ivrea anche CSI Piemonte, Città Metropolitana e Asl To4). Un’operazione portata avanti praticamente senza scucire un euro (appena 2.500 euro) e con il semplice conferimento di crediti per 1,5 milioni di euro e di un un software per la sanità denominato Dhe con un costo di sviluppo pari a due milioni, ma con il quale si prevedevano ricavi per 5,4 milioni.
Si scopre però che Csp avrebbe acquistato quel software appena due giorni prima da una società romana, la Gesi spa, che ce lo aveva in catalogo già dagli Anni ‘90. La Gesi, cioè una delle società coinvolte nell’affare Finpiemonte, acquirente della Gem Immobiliare di Piccini.
S’aggiunge che nei bilanci di Csp, il software “Dhe” è iscritto con un valore di 1,3 milioni, decisamente di meno rispetto a quanto indicato nella perizia consegnata nelle mani del giudice del tribunale di Ivrea che ha messo il sigillo sul salvataggio. Finità qui? No! C’è anche la perizia sul valore dell’azienda, paragonabile alle perdite, per tre milioni e 700 mila euro certificati da Giovanni Filosa, un professionista napoletano in evidente conflitto d’interesse, visto che era anche presidente del collegio sindacale della solita Gesi.
E in questo gioco di società, a gennaio del 2016, Gesi diventa socia di Cic acquistando da Csp lo 0,56% del capitale e Cic viene valorizzata di oltre 2 milioni di euro.
Filo conduttore tra Csp e Gesi è sempre Pio Piccini consulente titolare della Global Contact che ha sede a Roma nello stesso indirizzo degli uffici di CSP.
Piccini è uno che ha patteggiato (un anno e otto mesi) per la bancarotta Agile-Eutelia (800 lavoratori rimasti senza occupazione) e il suo nome è spuntato fuori anche nelle indagini sulle mazzette che giravano all’interno della sanità lombarda e sulle tangenti Enav.
Nelle carte della Procura Piccini è sempre collegato a Gatti amministratore di Csp Labs una società con sede a Londra controllata da Csp che a sua volta aveva una sede a Torino. Diciamo “aveva” non foss’altro che quando è esploso il caso “Finpiemeonte” la Csp è stata spostata a Napoli. Ed è all’ombra del Vesuvio che oggi ha anche sede il Cic.
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