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10 Aprile 2018 - 11:44
Valeri Anzalonoe
Voleva morire in un conflitto a fuoco con i carabinieri. Ci ha provato nella notte tra giovedì 5 e venerdì 6 aprile, sparando, per fortuna a salve, contro una gazzella del nucleo radiomobile dei carabinieri di Chivasso e poi è fuggito a bordo della sua auto. I carabinieri l’hanno inseguito fino a Santhià, in Provincia di Vercelli, e l’hanno fermato. Una storia incredibile quella di Valeri Anzalone, 30 anni, nato in Bielorussia ma residente a Gassino Torinese.
“Chiedo scusa e perdono ai carabinieri. Voglio morire sparato” è quanto ha scritto in un foglio di carta che i militari hanno sequestrato nella sua auto, una Golf di colore grigio. Poche righe con le quali Valeri Anzalone giustificava la sua volontà di farla finita. Una morte cercata probabilmente a causa di una forte depressione che lo stava logorando. Ora è rinchiuso in carcere a Vercelli. A bordo dell’auto, oltre al manoscritto, sono state sequestrate una pistola semiautomatica e una rivoltella calibro 9: tutte armi giocattolo.
Quella notte, al volante della sua Golf, Valeri Anzalone, guidava alla ricerca di una pattuglia quando, all’altezza di via Milano in frazione Mezzi Po a Settimo Torinese, ha incrociato la Seat Leon con a bordo due militari in forza al nucleo radiomobile di Chivasso. Dopo averli affiancati ha rallentato, ha estratto una pistola, ha sparato due colpi a salve contro la pattuglia ed è ripartito a tutta velocità in direzione di Brandizzo. Ed è cominciato anche l’inseguimento. L’autista, un appuntato, non l’ha perso di vista: la Golf è entrata in autostrada e si è diretta verso Rondissone. Ha sfondato la sbarra del casello, e poi ha proseguito a folle velocità sparando ancora un colpo, sempre a salve. A questo punto i militari hanno risposto al fuoco riuscendo a centrare un pneumatico della Golf. Nonostante la gomma a terra, Valeri Anzalone non si è fermato e ha sparato ancora altri due colpi contro i carabinieri. La folle corsa si è poi conclusa contro il new jersey, poco prima dell’uscita per Santhià (Vercelli). Solo a quel punto è stato bloccato dagli uomini dell’Arma. Nel frattempo è sopraggiunta anche una pattuglia della Polstrada di Novara Est allertata dalla centrale operativa del 112.
Valeri Anzalone è originario della regione del Gomel, al confine con l’Ucraina. Da anni vive a Gassino Torinese e lavora come idraulico a Castiglione Torinese. Sul suo profilo facebook scrive “Leone in gabbia... ma libero dentro”, leone che si è fatto tatuare anche sul braccio destro. Nelle fotografie viene spesso ritratto in compagnia di gatti.
Da piccolo insieme al fratello era stato adottato. “Valeri è un bravo ragazzo. Ho cercato in tutti i modi di aiutarlo e non so cosa gli sia passato per la testa...” scoppia in lacrime la mamma. Incredulo per l’accaduto anche il nonno materno: “Di questa storia non vogliamo parlarne...”.
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