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27 Marzo 2018 - 12:20
Andrea Favilli, consigliere comunale dei Cinquestelle
Una discussione che ha fatto infiammare gli animi. E’ quella sulla ripartizione dei “fondi” (cioè denaro) ai gruppi consiliari. Agitazione tra i banchi della maggioranza, dell’opposizione e pure tra il pubblico dove si sono distinti un nutrito gruppo di tifosi grillini. La miccia l’ha accesa il consigliere del Movimento 5 Stelle Andrea Favilli che, con tono inquisitorio, ha sciorinato tutte le spese dei singoli gruppi consiliari. Spese per l’attività politica: fotocopie, eventi, finanche la pubblicità.
“Parliamo di circa 12 mila euro - ha esordito Favilli - il 30% viene ripartito in parti uguali a tutti i gruppi presenti in consiglio e il restante 70% viene suddiviso in base al numero di consiglieri. Nella passata legislatura c’erano 54 mila euro a disposizione poi per fortuna la somma è scesa. Noi del Movimento 5 Stelle abbiamo sempre rifiutato queste risorse e ci paghiamo tutto da noi. In ogni caso dei 37 mila euro a disposizione, tra il 2014 e il 2016, sono stati spesi 12 mila euro. I gruppi più piccoli sono quelli che utilizzano più risorse: Forza Italia ha usato il 90% delle risorse a disposizione, Insieme per Settimo l’80%, i Moderati il 60% e il Pd solo il 20%. Il 36% dei fondi viene destinato all’acquisto dei quotidiani, il 20% per comprare spazi pubblicitari sui giornali locali, il 20% per ricariche telefoniche, solo il 4% per rimborsi legati ad attività politica. E poi 900 euro per comunicazioni istituzionali. 900 euro di raccomandate? Io credo che gli stanziamenti siano da rivedere, visto che le risorse non vengono utilizzate tutte. Poi, dico una cosa: le ricariche del telefono paghiamocele. Noi abbiamo deciso di rifiutare i fondi ai gruppi e anche il permesso per parcheggiare. La politica è servizio e ce la paghiamo”.
L’intervento - manco a dirlo - ha scatenato l’ira dell’intero consiglio. “Il Pd - ha attaccato Volpatto - nel 2014 chiese il dimezzamento dei fondi e sempre dallo stesso anno i partiti prima spendono i soldi poi portano le pezze giustificative e ottengono i rimborsi. Noi del Pd versiamo tutti una parte dei gettoni di presenza al partito. Stia tranquillo Favilli, il PD le ricariche se le paga. Io credo che la politica vada fatta in maniera trasparente e finanziata. Un intervento come quello di Favilli suscita un dubbio nella gente, si ficca nella teste delle persona che qui c’è gente che si arricchisce mentre i soldi che prendiamo non bastano nemmeno per fare il pieno alla macchina”.
Duro anche l’intervento del capogruppo di Uniti per Settimo, Pino Palena.
“Questa attività - ha detto - si fa senza un euro, si tratta di un sacrificio per la gente, per la città. Demonizzare sempre tutto non va bene. Qui non si guadagna nulla, discutere di questo significa parlare di quisquiglie che non andrebbero nemmeno discusse qui. Nemmeno io mi faccio pagare le ricariche telefoniche ma non vado a dirlo a tutti, uno puo’ decidere di non usufruire dei fondi senza dire nulla, in silenzio”.
Dello stesso tenore l’intervento di Giorgio Chiarle di Forza Italia.
“Favilli poteva risparmiarsi un intervento simile che non porta a nulla - ha rimproverato - Il comune non ha speso un centesimo in permessi per noi. Prendo 44 euro di gettone di presenza, è vero. È quindi?”.
Infine Pino Velardo dei Moderati: “Si tratta di una caduta di stile di Favilli che si ripete ogni anno. Qui le persone non vengono per avere un reddito”.
Un bagarre molto lunga che noi pensiamo di chiudere così: la politica è volontariato e beneficenza? Bene, allora è giusto che la si faccia senza soldi. Se la politica, invece, è assunzione di responsabilità verso gli elettori, se la politica è quella cosa che tutti dovrebbero poter fare allora, forse, una quota di finanziamento pubblico sarebbe non auspicabile ma più che corretta.
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