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Due alla sbarra per l'addetto che si ferì alla Cantina Sociale di Piverone

Due alla sbarra per l'addetto che si ferì alla Cantina Sociale di Piverone

E' il primo giorno di vendemmia alla Cantina Sociale della Serra di Piverone. Ma qualcosa non funziona. Il nuovo macchinario da poco acquistato, una coclea, è guasta, risulta un intasamento nella linea di smaltimento dei raspi. La direzione chiama allora la ditta fornitrice per la riparazione. Ma l'intervento finisce male. Ad un addetto rimane il braccio pinzato nell'impianto. Immediati i soccorsi ma l'incidente cagiona danni permanenti nel movimento dell'arto. Per quell'infortunio, risalente al 23 settembre del 2006, intorno alle 10 del mattino, sono finiti imputati il legale rappresentante della Cantina Italo Ollearo ed il titolare della ditta costruttrice Roberto Gribaudo. Martedì mattina, di fronte il giudice Marianna Tiseo del Tribunale di Ivrea, sono stati sentiti due testimoni per appurare la dinamica della mattinata e capire quali fossero le condizioni legate alla sicurezza.

"E' difficile capire cosa sia successo – ha riferito Sergio Cauda di Albiano, l'elettricista chiamato quel giorno per alcune riparazioni agli impianti -. Avevo fatto anche presente che, quando partono, i motori girano molto velocemente... Se fossero partiti avrebbero comportato danni molto peggiori". Cauda non aveva assistito al fatto. "So che sono uscito – ha riferito al Pubblico Ministero Roberta Bianco e ho visto il trambusto: veniva portata via una persona per un infortunio al braccio destro".

"E' stata una mattinata abbastanza convulsa – ha raccontato l'altro testimone sentito martedì mattina, Vittorio Garda di Salerano, all'epoca alla Cantina come lavoratore stagionale -. Era stato elaborato un nuovo sistema di smaltimento degli scarti dell'uva: la coclea era la novità di quell'anno. C'era la coda tra i conferitori. All'inizio della vendemmia ci sono sempre problemi, l'ambiente umido e le macchine vengono usate due volte l'anno. Ad un certo punto un collega si è accorto che la linea raspi non funzionava e qualcuno aveva consiliato di spegnere la macchina adibita a separare l'acino dal raspo e quindi a pigiare. Mi pare di ricordare che fosse un albero dentro la coclea ad ostruire il flusso".

Il giudice ha strabuzzato gli occhi nell'apprendere che di fatto chiunque poteva aver accesso alle macchine ed azionare il quadro elettrico. Il processo è stato rinviato al 14 gennaio. Dovranno essere sentiti due consulenti, due testimoni della difesa e gli imputati.

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