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SCIOLZE. Allarme truffe: i carabinieri e il sindaco incontrano gli anziani

SCIOLZE. Allarme truffe: i carabinieri e il sindaco incontrano gli anziani

Intelligente, trasformista, scaltro. Non è lui a prendervi qualcosa, siete voi a darglielo. Stiamo parlando del truffatore. Figura criminale ben nota alle Forze dell’ordine. A delinearne mosse e strategie è stato il capitano della Compagnia dei Carabinieri di Chieri, Luigi Di Puorto, in un incontro pubblico che si è svolto a Sciolze nel Salone comunale di via Roma nella serata di venerdì 16 marzo. Incontro rivolto anche agli altri comuni coperti dalla caserma sciolzese: Cinzano, Marentino e Montaldo.

Tema sentito e partecipato, molte le domande e gli aneddoti esposti da parte del pubblico. Ma torniamo alla figura del truffatore che magari si presenta a casa vostra come tecnico del gas, elettricità o persino travestito da carabiniere. “E’ uno dei criminali più intelligenti, usa la sua capacità dialettica, è talmente bravo a convincere la vittima a farsi consegnare i beni – sostiene il capitano Luigi Di Puorto -. Non so quanti di voi abbiano presente il film con Totò che riesce a farsi dare una caparra per la vendita della fontana di Trevi. Ebbene è l’esempio classico con la vittima che pensa pure di aver fatto l’affare”.

Abile calcolatore

In certi casi riesce a sottrarre cifre cospicue, le cronache riportano casi anche intorno ai 100 mila euro. Eppure tendenzialmente contro di voi non alzerà un dito. Filantropia? Non proprio. Scaltrezza? Sì, e molta. “Queste persone sono intelligenti, se solo alzano un dito il reato da truffa  si trasforma in rapina e la pena andrebbe dai tre ai dieci anni”. Insomma, il truffatore conosce bene il codice penale e sa che con una pena teorica al massimo di tre anni i Carabinieri non possono effettuare intercettazioni telefoniche e ambientali nei suoi confronti. E’ sufficiente che non ci sia reato contro la persona. E il capitano Luigi Di Puorto non ha di certo nascosto  il senso di frustrazione sua e di tutta l’Arma dei Carabinieri, vincolata da limiti giuridici che sembrano quasi avvantaggiare il crimine rispetto alla giustizia. Se non vengono colti sul fatto resta ben poco da fare.

La casistica

Il nostro territorio per fortuna non è molto colpito. Ma un altro  aspetto che va rendere difficoltoso il nostro lavoro è che spesso la delusione e la rabbia per essere incappato in un reato così subdolo sono così forti, che la vittima non presenta nemmeno la denuncia, quando invece una descrizione dei connotati fisici potrebbero aiutarci nell’identificazione”.

Come difendersi

Se bussano alla porta e dicono siamo quelli del gas…Non aprite. Piuttosto chiamate qualcuno di fiducia, chiamate il 112. Noi in dieci minuti arriviamo. Loro, se non sono tecnici, sicuramente se ne vanno e il pericolo per lo meno è sventato”. E se si presentano vestiti da carabinieri? “Chiamate il 112, sicuramente dalla centrale sapranno confermarvi o meno la presenza di Forze dell’ordine sul territorio. La risposta potete averla immediatamente”.

Tra le modalità più diffuse telefonate di questo tipo: “Guardi che suo figlio ha avuto un incidente, è qui in caserma, per sistemare la situazione bisogna pagare 2 mila euro…”. Un classico poi la scusa della fuga di gas o di acqua che rovinerebbe i gioielli.

Colpiscono gli anziani perché più vulnerabili. Spesso i finti tecnici dell’acqua usano l’artifizio di spruzzare nascostamente spray a base di zolfo per inscenare perdite. Oppure possono arrivare anche a portarvi il vino dicendovi per che vostro figlio ne ha ordinato sei casse…”.

Insomma, la fantasia non manca loro di certo.

Ultimamente passano spacciandosi per dipendenti dell’Asl o dell’Inps che devono verificare requisiti per aumentare la pensione. Riescono a fare sponda su questi argomenti”.

Persino l’ipnosi

Non è da escludere. E’ successo di recente a Chieri, un signore al mercato è stato avvicinato da una donna, è rimasto piuttosto stordito dopo questo incontro. Ha riferito che questa donna utilizzava frasi ripetitive, non si può escludere appunto l’uso di tecniche ipnotiche”.

A conclusione dell’incontro, chiaro e semplice il monito del sindaco Gabriella Mossetto: “Non aprite quelle porte!”.

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