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13 Febbraio 2018 - 15:21
L’Arte Migrante di Settimo Torinese compie un anno, e lo festeggia creando quell’integrazione condivisa come solo lei sa fare. Venerdì 9 febbraio, dalle 20.30, il palcoscenico dell’evento è stato nuovamente l’oratorio della parrocchia San Giuseppe, come lo scorso anno: ancora una volta l’espressione di quell’arte che appartiene a ciascuno di noi ha disegnato multicultura, pace, voglia di conoscersi, tra musica e colore. “Arte Migrante è un gruppo informale aperto a tutti e tutte, tra cui studenti, migranti e rifugiati, senza dimora, lavoratori e disoccupati, giovani e anziani”. spiega Ilenia Conforti, tra le fondatrici. L’idea nasceva a Bologna nel 2012 e negli anni si è propagata in tutta Italia attraverso i gruppi territoriali: “Noi oggi a Settimo siamo 5 o 6 organizzatori e comprendiamo tanto cittadini italiani quanto rifugiati – continua Ilenia – Cerchiamo un modo per combattere il razzismo, ci piace anche prendere momenti per riflettere sull’attualità e ciò che succede, come di recente a Macerata, improvvisando delle performance per esprimere ciò di cui sentiamo necessità”. La serata ha toccato tre momenti fondamentali: quello della presentazione iniziale, in un grande cerchio, quello della cena, per la quale ognuno ha portato qualcosa da mangiare e da condividere tra cui anche piatti tipici delle proprie terre, e da ultimo quello della condivisione, ossia la performance artistica con cui si sceglie di comunicare, tra cui canto, ballo, teatro, giocoleria, musica o poesia. “In quest’anno è stato complicato coinvolgere sempre più persone, non siamo ancora arrivati a tutta la città, ma aiutati anche dal gruppo che si è costituito a Torino abbiamo fatto strada – racconta ancora Ilenia – Abbiamo mantenuto la location dell’oratorio fissa per creare un punto di riferimento. Chiunque può partecipare ma è importante che lo faccia in quanto persona e non come realtà o istituzione”. E di sicuro il gruppo farà ancora parlare di sé, trovandosi nuovamente tra un paio di settimane, assicurano, “sempre di venerdì”.
Valentina Gandaglia
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