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16 Gennaio 2018 - 16:46
AMOS MESSORI il partigiano d’Artagnan che la notte del 23 dicembre di 75 anni fa fece saltare il ponte sulla Dora, salvando la città dai bombardamenti aerei degli alleati
E’ morto martedì scorso Amos Messori, noto in città come il partigiano ‘d’Artagnan’, per via dei capelli lunghi. Insieme ad ‘Alimiro’ (Mauro Pelizzari) e ad altri 11 compagni, la notte del 23 dicembre di 74 anni fa fece saltare il ponte sula Dora, salvando la città dai bombardamenti aerei degli Alleati. Un atto che Calamandrei definì “Un esempio di ingegneria partigiana”.
Aveva 96 anni.
L’azione viene ricordata come una delle pagine più eroiche nella storia della Resistenza in Italia.
In quegli anni il ferro estratto dalle miniere di Cogne veniva portato in Germania a scopo bellico: l’unico modo per impedire che ciò accadesse era interrompere la ferrovia, sabotando il viadotto che attraversava il fiume. Gli alleati, agli ordini del maggiore inglese Alistair McDonald, dopo una perlustrazione valutarono che un’azione a terra sarebbe stata un vero suicidio: oltre a essere presidiato, il ponte si trovava, infatti, fra il comando tedesco e la caserma della X Mas. Da qui la decisione di bombardarlo dall’alto. Da qui anche il timore dei partigiani che le bombe potessero causare una strage di civili.
Il 23 dicembre di ogni anno
Ogni 23 dicembre la città rievoca l’evento e Messori è sempre stato presente. Solo quest’anno non è intervenuto, trovandosi a Torino ospite delle figlie Paola e Daniela. Ed è lì che una delegazione dell’Anpi eporediese lo aveva raggiunto nelle scorse settimane, per consegnargli un attestato da parte della Città di Ivrea, delle associazioni della Resistenza e degli antifascisti.
L’Anpi di Ivrea e Canavese ricorda Messori come “una bella figura di combattente per la Libertà.
“Uomo schivo - dicono ancora - dedito alla famiglia, che ebbe il destino di rappresentare di fronte alla Città i valori più alti della Resistenza. Ogni eporediese lo ha amato. Tutti noi siamo stati orgogliosi di conoscerlo, ascoltare le sue parole, i ricordi della guerra e delle sue attività successive, di passeggiare con lui, partecipare assieme alle commemorazioni di cui è costellata la memoria della Lotta per la Libertà su ogni strada del Canavese... ”.
La Vita
Nato il 6 febbraio del 1922 a Correggio (Reggio Emilia), terminati gli studi si trasferisce nell’Agro Pontino e qui partecipa a un corso per allievi sottufficiali dell’Aeronautica. Nel giugno 1941, con la qualifica di operatore di bordo, viene assegnato all’aeroporto di Centocelle come addetto al trasporto di truppa e materiali nell’area del Mediterraneo. Nel novembre del 1942 il suo aereo viene colpito da un caccia inglese e precipita in mare. Messori riesce a salvarsi e, insieme ad altri commilitoni, viene trasferito prima a Torino e poi a Ivrea dove conosce Lilia Moia, impiegata alla Olivetti e anche lei impegnata nella lotta di Liberazione come staffetta. Da quel momento i due, che poi si sposeranno e avranno due figlie, restano sempre assieme.
Dopo l’8 settembre 1943 Messori si unisce a un gruppo di partigiani che operano in Valsoana e, a novembre, conosce Mario Pelizzari (Almiro), comandante del battaglione Fratelli Rosselli di Giustizia e Libertà, al cui fianco combatterà per tutti i venti mesi della resistenza.
Lutto cittadino
Per manifestare il cordoglio e nel contempo omaggiare l’impegno civile di Amos Messori, il Sindaco ha proclamato il lutto cittadino per mercoledì 17 gennaio, alle ore 14,30, in occasione della cerimonia funebre prevista presso il cimitero cittadino, dove riposerà accanto alla sua amata Lilia .
Nell’occasione si è disposta l’esposizione della bandiere a mezz’asta sugli edifici comunali e un minuto di silenzio negli uffici comunali alle ore 14.30.
E intanto, ieri, al Cimitero Monumentale di Torino, in tanti, da Ivrea, hanno accompagnato le spoglie di Amos durante l’ultimo viaggio. C’era Mario Beiletti dell’Anpi. Ma anche Simonetta, Rita, Laura e Rachele, Ignazio, Francesco. Si è unito il partigiano Vincenzo Pino, che l’aveva conosciuto in quegli anni difficili.
“Le note di “Fischia il vento” hanno accolto l’ingresso del feretro, coperto di rose bianche - racconta Mario Beiletti dell’Anpi - Simonetta Valenti, con la voce rotta dal pianto, ha raccontato del suo rapporto con “d’Artagnan”, dell’importanza della scelta che lui ed i giovani di allora seppero fare, di quella straordinaria impresa che fu il sabotaggio del ponte di Ivrea, del confronto con la difficile situazione odierna. Il sottoscritto ha sottolineato che Amos, con il suo gesto, è divenuto un simbolo, un maestro per chi stenta a trovare oggi i valori che animarono la Resistenza. D’Artagnan appartiene ad Ivrea, la città che lo stringerà in un grande abbraccio mercoledì, giorno di lutto cittadino. Poi la canzone “Poco di buono” di Fabrizio Zanotti ha fatto sgorgare le lacrime di tutti. Era stata suonata al Teatro Giacosa durante il concerto “Sarò libero” del 2012, e lì d’Artagnan aveva ricevuto applausi senza fine. Un’intera città lo ha amato e lo amerà per sempre.
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