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10 Novembre 2017 - 10:01
Si è riunito ieri sera e per la prima volta, il nuovo direttivo del Partito Democratico così come deciso dal congresso degli iscritti del 14 ottobre scorso.
Un’occasione per discutere che cosa fare da qui alle elezioni amministrative che, con molta probabilità, si terranno a giugno, passando per le elezioni politiche, verosimilmente in programma nella prima settimana di marzo.
Un’occasione per discutere ma anche per nominare il nuovo tesoriere Carlo Ampollini e una nuova segreteria operativa, e tra i nomi che fino a qualche ora prima di andare in stampa andavano per la maggiore c’erano quelli di Donata Beltrame e Fabrizio Dulla.
Tutto bene? Più o meno! Nel senso che non si sono ancora sciolti i nodi che dividono l’ala renziana dall’ala orlandiana del partito, quella che si rifà a Augusto Vino.
“Questa è una fase abbastanza interlocutoria - mette le mani avanti il 38enne segretario Luca Spitale - Con il primo direttivo, il partito riprende forma. Siamo in ballo e il tempo stringe. Vediamo cosa capiterà nelle prossime settimane... Devo però dire che i tentativi di riconnessione ci sono stati ed hanno già prodotto quache risultato. Ho incontrato tante persone. Anzi no, ho incontrato quasi tutti. Credo davvero che esistono i presupposti per trovare una linea comune. Parlare di accordi sarebbe strumentale...”.
E quel che vuole Spitale - e lo dice chiaro e tondo - è parlare di competenze e non di posizioni acquisite.
“Abbiamo ripulito il foglio e stiamo ricominciando a scrivere una storia da capo - ci dice - Esistono i presupposti per fare un buon lavoro solo se nei prossimi giorni si prenderanno posizioni non in contraddizione o in polemica... Certo è che tutti dovrebbero abbassare un pochino i toni.”.
Rapporti umani, segreteria aperta di martedì e giovedì, fase interlocutoria, scelte, tesoreria. Insomma, tutto tranne le primarie?
“No! Tutt’altro - non ci gira intorno Spitale - Le considero anzi un percorso necessario per la legittimazione di tutti i candidati. Registro però che al momento di candidatura ce n’è una sola. Se c’è qualcuno che vuole mettersi a disposizione lo dica, non con un occhio alle tempistiche. E la faccio breve. Adesso c’è il Natale, poi il Carnevale, quindi le politiche e le amministrative. E’ evidente che tutto va fatto prima o dopo Natale... Dopo le politiche è impensabile”.
E qualche cognome da spendere, da contrapporre a Elisabetta Ballurio, per dirla proprio tutta e fino in fondo, in verità sta circolando. Si comincia con quello di Patrizia Presbitero, moglie di Nerio Nesi, politico, banchiere e partigiano. Un pezzo da 90 considerando che i Presbitero sono un’antica famiglia di notai e porediesi e Patrizia è stata uno dei più giovani primari d’Italia di tutti i tempi ma soprattutto una delle pochissime a praticare cardiologia “interventistica”.
E nell’elenco dal titolo “società civile”, anche Barbara Gallo, amministratore della Progind srl di Azeglio e esponente di spicco di Confindustria. Nomi altisonanti. Donne che farebbero la differenza. Un peccato che stando ai “tam-tam”, entrambe avrebbero detto “No”. Si passa, quindi, a chi sta dentro quel che si chiama “perimetro del Pd”. E allora di nomi “spendibili” in un confronto all’arma bianca, ci sarebbero, oltre ad Augusto Vino, pure Maurizio Perinetti, Andrea Benedino e Luigi Sergio Ricca.
Qualcosa da aggiungere?
E qualcosa da aggiungere evidentemente c’è...
“Con la mia vittoria gli iscritti hanno fatto una scelta chiara e inequivocabile di un candidato unitario espressione del Partito Democratico - traccia il percorso Spitale - La ricetta di Augusto Vino era un’altra ed è proprio su questa diversa visione che s’è consumata la spaccatura...”
Vero è che gli esiti delle politiche potrebbero rimescolare le carte in maniera importante ....
“Appunto - passa e chiude Spitale - Quel che non dobbiamo fare è permettere a quegli esiti di stravolgere il lavoro di questi mesi...”
E Rifondazione? E l’Mdp?
“Anche io sono d’accordo a riunire il centrosinistra, ma non percorrendo strade impercorribili. Con Rifondazione ci vorrebbe una fase programmatica che ritengo improbabile ma non escludo nulla. Con Mdp abbiamo instaurato un rapporto non ufficiale. Il direttivo investirà il partito in una direzione anzichè in un’altra. Anche in questo caso non ci saranno chiusure, ma bisogna ascoltare quello che i tesserati ci hanno chiesto....”
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