AGGIORNAMENTI
Cerca
10 Novembre 2017 - 09:29
Magari non ha proprio un diavolo per capello, ma poco ci manca. Il vicesindaco Elena Piastra dice di essere fatta così. Manda giù. Tiene dentro. Epperò sulla mozione presentata da Mdp sul Centro Fenoglio, quella del tetto massimo sul profughi e sulla Hub, qualcosa l’ha detta e ancora la vorrebbe dire. Una pentola a pressione che potrebbe scoppiare da un momento all’altro. Scoppia? Ecco che scoppia... Forse non scoppia? E’ scoppiata!
“Sono delusa - alza il tiro - Delusa e sconfortata. Secondo me il Pd non l’avrebbe dovuta approvare e io non l’avrei votata. Era una mozione politica. Una provocazione elettorale. Punto. Una mozione che aveva come solo e unico scopo di spaccare il consiglio comunale e su questi argomenti si portano in approvazione solo le cose che uniscono. Farlo sul terreno dei migranti, che ha visto e vede questa città impegnata come nessun’altra ha saputo fare in questi anni, mi ha lasciato esterefatta. Lo voglio rivendicare con orgoglio. Settimo in questi anni ha avuto numeri paragonabili a Lampedusa e se non c’è stata una rivolta popolare è solo grazie al gran lavoro che si è fatto. Quante volte sono andata in consiglio e in commissione a spiegare le cose che si stavano e si stanno portando avanti? Cento volte? Forse di più!”
Quindi un’inutile farsa. Quindi è una balla che il sindaco avesse bisogno di un via libera del consiglio per andare davanti al Prefetto e chiedere dei limiti sull’accoglienza, della serie “patti chiari e amicizia lunga”. Insomma il Pd poteva dire “no”, ma non lo ha fatto.
“Certo che poteva dire di no - insiste Piastra - Se non lo ha fatto è solo perchè il no sarebbe stato interpretato come un gesto di sfiducia nei confronti del sindaco e del suo emendamento alla mozione. Lo ripeto. Non c’è nulla, dico nulla che non sia già stato fatto e ci sono le delibere di giunta a testimoniarlo... E poi scusate, quando un partito di maggioranza decide di fare una mozione come quella e tutti i capigruppo ti dicono di non strumentalizzare, se non fosse una strumentalizzazione l’avrebbe ritirata.”
Il dito è anche e soprattutto puntato sul capogruppo Mdp Enrico Siniscalchi. “Gli ho offerto una mano nella preparazione del testo e mi ha risposto che aveva già tutte le informazioni necessarie. Insomma non c’è stata nessuna volontà di dialogo. Mi chiedo solo se lui sappia dove sia il Fenoglio, se sappia di che cosa stiamo parlando. Non ho dubbi che lo sappia Corgiat ma Siniscalchi credo proprio di no...”.
E sia. Sarà sicuramente più un problema di campagna elettorale che di sostanza, anche se, sulla sostanza, il non parlare del Centro Fenoglio, solo per paura di essere accusati di strumentalizzare l’argomento profughi, in un’Italia che solo di profughi sta parlando, è qualcosa che, sinceramente, non sta tanto in piedi.
Quel che ci stupisce, semmai, è che la politica, in questa città, come da galateo di cui sopra, non si sia mai posta il problema su come si spendono i soldi che pure arrivano e sono tanti. Perchè per esempio non esista una commissione consigliare permanente, commissioni che peraltro vengono proposte su decine e decine di altre fesserie.
Vogliamo fare un calcolo approssimativo considerando il tetto massimo di cui si è parlato nella mozione? Metti anche 35 euro a cranio, fanno qualcosa come circa 6 milioni di euro all’anno. Diciamo che finchè li gestisce la Croce Rossa siamo tutti tranquilli come dei puciu? Diciamocelo!
E può essere - anzi sicuramente lo è - che Settimo sia una mosca bianca, in un’Italia che sui centri di accoglienza, sul finto volontariato, sulle Ong e sulle associazioni votate alla solidarietà ci ha marciato sopra e pure tanto, però sarebbe giusto parlarne, raccontando uno per uno gli esborsi, senza tabù, con assoluta trasparenza.
Per esempio, sfogliando l’albo pretorio, tra le tante delibere ce n’è una che racconta una serie di contributi, nell’anno del decennale del Centro Fenoglio e anche, e proprio di recente, per due nuovi progetti utili a sensibilizzare la popolazione su tematiche quali l’immigrazione e la protezione civile. Uno è per l’assocazione My sound ed è di 2.500 euro, l’altro e per l’associazione Casa dei Popoli ed è di 16 mila euro.
Casa dei Popoli, che ha sede, gratuitamente, nella palazzina della biblioteca, al terzo piano di via Giannone, è presieduta dal dottor Umberto Salvi.
Salvi (e fanno due) siede anche nel consiglio di amministrazione della “Fondazione Comunità solidale” presieduta da Giovanni Capriolo che nel 2016 ha ricevuto un contributo dal Comune di 789.832 euro.
Salvi e Capriolo occupano, infine (e fanno tre) un posto entrambi nel direttivo del Partito Democratico.
Parliamo di volontari. Gente che non prende un picco. Uomini e donne che stanno lì, come “matrioske” per l’esperienza maturata sul campo.
Che cosa significa dunque tutto questo?
Niente! Sono solo dei collegamenti. Un modo come un altro per raccontare una storia che è fatta anche di uomini e tanto, tantissimo denaro pubblico, ma non lo si dice quasi mai
Un modo per riabdire che sui profughi e sul centro Fenoglio si può e si deve aprire una discussione utile a non lasciare sul tappeto un dubbio che sia uno, ancor più che Casa dei Popoli e Fondazione sono due entità di diretta emanazione del Comune.
La prima è nata nel 2006 con la finalità di creare uno spazio delle associazioni in cui costruire culture di pace. La seconda, più di recente, che avrebbe dovuto occuparsi, stando allo statuto, solo dell’ospedale, ma oggi si occupa un po’ di tutto.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.