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30 Ottobre 2017 - 10:34
Sono una quarantina le osservazioni giunte in Comune in merito alla proposta tecnica di variante strutturale al Piano Regolatore. Osservazioni che saranno valutate dal Comune e trasmesse per conoscenza a Regione e città metropolitana. “Le guarderemo con attenzione - anticipa il sindaco, Alberto Rostagno -. Il nostro intento è di collaborare con tutti, ogni osservazione sarà meritevole di valutazioni, non chiudiamo la porta a nessuno”.
Tra le tante pervenute, c’è anche quella del Comitato Pro Circonvallazione costituito da Flavio Vacca, Laura Caterina Naretto, Graziano Colacicco e Alberto Gallo Lassere, che nelle scorse settimane ha raccolto oltre 300 firme. L’osservazione del Comitato si concentra, chiaramente, sulla rimozione dalla bozza di variante della circonvallazione. Una strada che dovrebbe partire dalla rotonda di piazza Massoglia, scorrere verso nord lungo il greto del fiume Orco, passare dietro il Polisportivo e la Frazione di Vesignano, per congiungersi alla rotonda posta tra i Comuni di Rivarolo e Salassa. “Tale rimozione - comunicano - pregiudica la possibilità di realizzare l’arteria di alleggerimento del traffico veicolare, in specie di quello pesante, sull’asse nord sud di Rivarolo, peggiorando una situazione gravemente pericolosa sotto vari profili”. Il comitato sottolinea il rischio ambientale (le rilevazioni dell’Arpa mettono in luce l’eccessivo inquinamento cittadino), di sicurezza (per i numerosi incidenti), di fluidità del traffico pendolare dell’asse nord sud alto canavesano. Esiste inoltre il problema del carico di traffico nel centro, relativo all’asse di corso Torino-corso Indipendenza. “Un traffico insostenibile” dicono dal comitato.
In subordine al mantenimento della strada nel piano regolatore, i “pro circonvallazione” avanzano una seconda proposta.
“Quantomeno - spiegano - venga mantenuto il tracciato dalla rotonda di Piazza Massoglia fino al campo sportivo, venga realizzata una rotonda in corrispondenza dell’angolo nord est della recinzione del polisportivo, sia realizzata una strada che ricolleghi detta rotonda a corso indipendenza, nell’area adiacente all’incrocio con via Martiri di Belfiore”. Una situazione di ripiego, certo, ma comunque utile almeno a ridurre il traffico nel centro e a lasciare aperto uno spiraglio per una futura completa realizzazione della circonvallazione, da portare fino alla rotonda di Salassa.
Rivarolo Sostenibile
Complessa e articolata l’osservazione presentata da Rivarolo Sostenibile di Marina Vittone.
Il gruppo di minoranza, in premessa, punta il dito contro l’amministrazione Rostagno per “l’inadeguato processo partecipativo, risultato sporadico, occasionale e non continuativo”. “Tutto ciò - spiega Vittone - fa pensare che un reale confronto con i gruppi consiliari non sia stato né voluto, né ritenuto utile dall’Amministrazione comunale, nonostante le plurime dichiarazioni in senso contrario. Anche il confronto pubblico con la cittadinanza si è limitato alla somministrazione di un questionario che è stato riconsegnato in Comune da pochissimi cittadini, tanto da far ritenere che il campione non sia neppure significativo”. L’osservazione di Rivarolo Sostenibile parte dalla viabilità. Il centro cittadino necessità indubbiamente di azioni finalizzate al decongestionamento del traffico e alla riqualificazione degli spazi urbani.
“Ma le proposte dell’Amministrazione non sono condivisibili - sottolinea la consigliera - in quanto vanno a stralciare un’opera infrastrutturale organica come la Circonvallazione, prevedendo “una viabilità declassata”, frammentata, che indirizza i flussi di traffico in parte su strade minori già esistenti (spesso mono carreggiata), in parte su nuovi tracciati la cui realizzazione sarebbe a carico dei privati, come opere a scomputo di nuove aree fabbricabili, in parte su nuovi tracciati da realizzare comunque con risorse economiche proprie”.
Vittone non si concentra solo sulla circonvallazione, altro argomento prioritario la riduzione del consumo del suolo che non ritiene sufficiente. “Pur considerando lo stralcio di alcune aree edificabili, principalmente situate nel territorio delle frazioni, che erano in contrasto con la loro vocazione agricola - osserva la consigliera - l’Amministrazione comunale ha conservato l’edificabilità di alcune aree limitrofe a parchi cittadini pubblici o privati di pregio, di molti lotti edificabili non ancora attuati ed ha introdotto due nuove macro-aree edificabili, in zona limitrofa alla ferrovia, nelle vicinanze del Borgo Ferrera - Nonostante l’intento dichiarato di voler incentivare interventi edilizi nel centro storico, promuovendo la ristrutturazione e la riqualificazione, piuttosto che l’edificabilità di nuove aree, l’Amministrazione agisce in senso contrario aumentando “il carico antropico” di alcune zone della Città, già sovraccariche per flussi di traffico e sfruttamento dei servizi”. Insomma Vittone non rileva tutta questa domanda residenziale in città, tale da giustificare gli incrementi prospettati dal piano. Rivarolo Sostenibile evidenza anche che “l’intento di favorire il recupero e la rifunzionalizzazione del patrimonio edificato di matrice storica, sia nel capoluogo che nei nuclei storici frazionali, non appare ben coniugato con la necessità di tutelarne i valori storico-architettonici-artistici e l’identità culturale. Il patrimonio edilizio storico delle frazioni e delle borgate, testimonianza della nostra realtà rurale, con le sue cascine storiche, i forni comunitari, i piloni votivi sembrano essere considerati di “mero interesse documentario” e non paiono essere adottati sufficienti criteri di salvaguardia”.
Anche la rifunzionalizzazione dei “vuoti urbani” finisce sotto la lente d’ingrandimento della Vittone. Si tratta delle aree industriali dismesse (Salp, Valle Susa, Eaton) e delle zone di trasformazione (sito delle vecchie scuole elementari, zona Via della Lumaca). “Per queste aree viene prevista quasi esclusivamente una riconversione di tipo commerciale-residenziale, viene quindi meno il necessario equilibrio tra le diverse destinazioni d’uso - punta il dito -. Rivarolo continuerà in tal modo ad essere una Città con un’economia basata quasi esclusivamente sull’attività commerciale. Non vengono perseguite e promosse altre vocazioni che la Città potrebbe sviluppare, ad esempio quella turistico-ricettiva o di un “terziario avanzato”, specializzato nelle nuove tecnologie. Lo sviluppo del settore turistico potrebbe essere una strategia realisticamente perseguibile, con la promozione in primis delle produzioni e delle tipicità agro-alimentari e dell’allevamento presenti sul territorio, che potrebbero originare una ristorazione di qualità, da inserire in reti di carattere nazionale come Slow food. Non si riscontrano neanche adeguate e innovative scelte urbanistiche che vadano a promuovere uno dei settori strategici della Città, quello della Cultura, dell’associazionismo e del volontariato”.
Insomma, secondo Rivarolo Sostenibile “non pare emergere quale potrà essere l’identità della Città nei prossimi anni. La proposta sembra infatti apportare dei correttivi alle previsioni urbanistiche vigenti in alcuni settori e ambiti, ma nel complesso non viene percepita come un disegno urbanistico organico e funzionale per la Città”.
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