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RIVAROSSA. Sui social i cittadini si schierano con l'ex sindaco

RIVAROSSA. Sui social i cittadini si schierano con l'ex sindaco

Enrico Vallino, sindaco di Rivarossa

Sarà il viceprefetto di Torino, Paolo Accardi, a occuparsi dell’amministrazione del Comune di Rivarossa, in qualità di commissario, fino alle prossime elezioni. Lo ha stabilito il prefetto Renato Sacconi, sospendendo l’attività del Consiglio Comunale del paese a seguito delle dimissioni di tre consiglieri di maggioranza, Cristian Ramazzina, Monica Pomero e Arturo Siviero, e della minoranza composta da Paolo Cinquanta, Felice Vescio e Roberto Leone.

Rivarossa andrà al voto la prossima primavera con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale. Ma nel frattempo, dal momento delle dimissioni, sui social si è scatenata una vera e propria “caccia all’uomo”. Buona parte dei cittadini, infatti, si sta esprimendo in modo estremamente negativo rispetto all’operato dei consiglieri dimissionari, etichettando il loro passo indietro come “mancanza di senso di responsabilità”. Contestualmente sono tanti, tantissimi, i commenti di apprezzamento  per il lavoro svolto dall’Amministrazione caduta.

Un ultimo post è stato pubblicato, sulla pagina Facebook del Comune di Rivarossa, dallo stesso ex sindaco Enrico Vallino, che parla di “dimissioni, irresponsabili e dannose, rassegnate con modalità coordinata e contestuale degna delle peggiori consorterie”. Una brutta storia - scrive ancora - “iniziata con pretestuosi mal di pancia di due Consiglieri affidati ad un giornale (peraltro questo NdR) dedito alla coltivazione del mugugno anziché alla valorizzazione delle cose buone e utili, terminata rovinosamente con una frettolosa e irragionevole costruzione di un teorema fondato sull’offesa personale da parte del terzo Consigliere con conseguente sbattimento della porta. Il tutto senza un confronto nel gruppo di appartenenza né un doveroso dibattito in Consiglio C.le per informare la cittadinanza. C’è molto rammarico sia per il danno economico arrecato al paese sia per l’arresto forzato della macchina comunale che nonostante le endemiche restrizioni alla spesa ha prodotto e continua a produrre buoni servizi per la collettività. Ma c’è anche serenità d’animo nella consapevolezza di avere dato il meglio di noi in questi tre anni”. Vallino chiude scrivendo un “arrivederci” che fa ben sperare i suoi sostenitori in vista delle prossime elezioni.

D’altro canto, i dimissionari non vogliono passare per irresponsabili. È un esempio Monica Pomero, anche lei ha affidato ai social le sue parole. “Ho deciso di dimettermi essendo pubblicamente stata sfiduciata, in qualità di consigliera e non ovviamente a titolo personale, da Enrico Vallino - scrive, e aggiunge la metafora calcistica -. Solo un gruppo in cui i giocatori, primo fra tutti il capitano, dimostrano di saper passare la palla, trovare il passaggio giusto, fare dribbling e avvicinarsi insieme alla porta, nel rispetto delle regole e degli avversari, riesce a fare gol. Io penso che i consiglieri debbano essere considerati come i giocatori in una squadra, non come mute pedine su di una scacchiera. Questo principio, che avevamo condiviso in campagna elettorale e che è venuto meno è ciò che ci ha diviso, prima di tutto, sopra tutto. Il governo della cosa pubblica è rispetto reciproco e reciproca fiducia. Se questi elementi vengono a mancare la squadra non può che rinunciare a giocare la partita, accettare una fase di transizione e guardare al futuro in una prospettiva diversa”.

Anche Paolo Cinquanta ha esternato i suoi pensieri su Facebook, in più occasioni.

“Chi è causa dei suoi mal pianga se stesso” ha scritto, ad esempio, sul suo profilo. Ed è facile fare due più due. “Ho capito! - scrive ancora, con evidenti parallelismi -. I colpevoli sono i passeggeri della Costa Concordia e non il “povero” Schettino…”.

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