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SETTIMO. L'ultimo saluto a Maurizio Gugliotta

SETTIMO. L'ultimo saluto a Maurizio Gugliotta

Gli ex compagni di lavoro di Maurizio Gugliotta hanno gli occhi lucidi. Anche loro erano la sua famiglia, quando si lavorava tutti insieme presso la Vetrerie Lodi di strada Settimo. Sabato mattina, 21 ottobre, si sono ritrovati tutti davanti alla parrocchia San Vincenzo De Paoli, in via Milano. Hanno aspettato l’arrivo della salma del loro amico Maurizio sul sagrato della chiesa, avvolti dalla nebbia della strada e dai ricordi. Aveva lavorato con loro per quasi 30 anni, prima di finire in cassaintegrazione. Quell’azienda ormai non c’è più. Poi il mondo cambia e ti ritrovi a 51 anni, in una domenica mattina qualsiasi, quella del 15 ottobre, a passeggiare con l’amico di sempre. E finisce tutto così, con un gesto. Una coltellata. Un fendente che mette fine ad una vita. L’omicida, Khalid Be Greata, un nigeriano di 27 anni, è stato immediatamente arrestato dalla Polizia municipale di Torino. L’africano si è avvalso della facoltà di non rispondere ai magistrati: non esiste ancora una spiegazione per questo omicidio. Non ci sarà mai. La notizia dell’omicidio è rimbalzata sul web e sui telefonini, riportando nome e cognome della vittima. Per i figli di Gugliotta, travolti da questa terribile notizia “on line”, è stato uno shock. Nessuno li aveva avvisati prima. La morte del settimese stava diventando un terreno di scontro per il mondo della politica e un’arma letale per il populismo, ma la famiglia Gugliotta è stata pronta a chiedere aiuto alle istituzioni per far passare un messaggio nobile ai media italiani: “La morte di nostro papà non deve aggiungere odio ed alimentare razzismo”.

Quando è arrivato il feretro, sabato mattina scorso, la folla si è stretta attorno alla famiglia Gugliotta: la moglie Carmela, i figli Daniele, Alessio ed Alessandro, la nonna Caterina. Alle esequie erano presenti anche il sindaco di Settimo, Fabrizio Puppo, e Chiara Giacosa, capogruppo del Movimento 5 Stelle nel consiglio comunale di Torino. Ha indossato la fascia tricolore ed è stata accompagnata dal gonfalone del capoluogo listato a lutto. “Son qui per rappresentare il sindaco Appendino – ha detto al termine della cerimonia, quando la folla era già uscita dalla chiesa - . Lei purtroppo era impossibilitata. Il mercatino resterà chiuso per un paio di settimane. L’assessore competente sta lavorando alacremente sulla questione”. Ma intanto i cittadini e i commercianti torinesi hanno protestato scendendo in piazza e chiedendo il trasferimento del mercato di libero scambio “Barattolo” da via Carcano. Le parole più utilizzate per descriverlo sono degrado e sporcizia. La decisione di tener chiuso il mercatino è stata rispettata da tutti: nessun venditore si è presentato nella mattinata di sabato 21.  Sopra il feretro del papà, insieme ai fiori c’era anche la sciarpa del Milan. La cerimonia funebre è stata celebrata da don Antonio Bortone. Per questa morte di Maurizio – ha detto il parroco settimese durante l’omelia –  possa sgorgare dal nostro cuore un fiume di consolazione. Nelle nostre città emerge sempre di più la violenza nelle parole e nel linguaggio, fino ad arrivare a gesti come questo. Ma non dobbiamo perdere la speranza. La nostra comunità non ci lascia soli”. Il passaggio del feretro nella navata centrale è stato accompagnato da un applauso liberatorio. Un lungo corteo ha accompagnato la salma fino al cimitero di via Milano.

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