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23 Ottobre 2017 - 09:30
Il sindaco di Ala di Stura, Mauro Garbano, si mette le mani nei capelli. È sconsolato e non potrebbe essere altrimenti. Il secondo bando per la gestione e la riqualificazione del Sacripante è andato deserto. Resta chiuso, e lo è già dal 30 aprile, lo storico locale che negli ultimi 25 anni è stato centro della cultura musicale nelle Valli di Lanzo, punto di riferimento per migliaia di giovani. I precedenti gestori, dopo la fine della concessione quarantennale, hanno deciso di farsi da parte a causa dei troppi soldi necessari per adeguare la struttura alle recenti normative di sicurezza. Per rimettere a nuovo il locale, infatti, sono necessari circa 150mila euro tra interventi edilizi sull’edificio, riqualificazione energetica e messa in sicurezza dell’area esterna (area gioco bimbi, ex tennis). Una spesa troppo gravosa, evidentemente, per chiunque. E lo dimostrano i due bandi promossi dal Comune che non hanno portato a nulla. Una prima gara d’appalto prevedeva una concessione ventennale, studiata ad hoc in quattro e quattr’otto per cercare di dare uno spiraglio per l’apertura estiva.
“Forse - commentava Garbano, speranzoso - una concessione troppo breve”. E quindi il secondo bando, l’ultima speranza, scaduto il 2 ottobre. Nessun canone di locazione previsto e il diritto di superficie valido per 30 anni. Condizioni vantaggiose che però non sono bastate per attrarre qualche privato interessato a riaprire il Sacripante.
“Il bando è andato deserto e non c’è neanche stata una manifestazione d’interesse - commenta il primo cittadino -. Tutto il clamore dei primi mesi si è spento, probabilmente l’impegno ha spaventato un po’”.
Garbano non sa dove sbattere la testa. “Forse abbiamo sbagliato qualcosa, può darsi siano necessarie strategie diverse - prosegue -. Adesso ci troveremo e faremo il punto della situazione per capire il da farsi. Parleremo con tutti i consiglieri, maggioranza e minoranza, per capire se qualcuno ha qualche idea per salvare il Sacripante”.
Si naviga a vista, afflitti e desolati. E afflitti e desolati lo sono anche i valligiani e i turisti. I giovani, certo, ma anche i meno giovani, che al Sacripante hanno passato tanti bei momenti davanti a una birra, con buona musica in sottofondo, con gli amici di sempre. Quel Sacripante che tutti abbiamo conosciuto e amato, nato come centro sportivo e trasformatosi negli anni in centro di interesse musicale e culturale, sede di più di 400 concerti live che hanno visto susseguirsi sul palco artisti e gruppi del calibro di Africa Unite, Statuto, Mao Mao.
Resta solo tanta amarezza e una piccola, flebile speranza che un domani qualcuno bussi alla porta del Comune con un progetto, un’idea e tanta buona volontà per riaprire quel capitolo della storia delle Valli di Lanzo chiuso troppo presto. Quel capitolo che ha nome “Sacripante”.
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