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20 Ottobre 2017 - 09:31
A fine degli anni Novanta lo Stato ha confiscato una villetta monofamiliare a San Maurizio, in via Ceresole 17.
“Da allora - si rammarica il sindaco, Paolo Biavati - giace in stato di totale abbandono”. Il cortile è pieno di rovi, la casa è disastrata, il basso fabbricato adiacente è colmo di amianto. Si tratta di un bene sequestrato preventivamente alla criminalità a giugno del 1994, quando il Tribunale di Torino ha accolto la richiesta avanza dalla Procura della Repubblica. Lo stesso Tribunale, a novembre del ‘94, ha disposto il sequstro preventivo. La confisca divenne definitiva il 3 ottobre 1996
“Diversi anni fa l’Amministrazione, quando venne a sapere che c’era la posibilità di avere il bene, decise di muoversi per acquisirlo e utilizzarlo a fini sociali - racconta Biavati -. Fatti gli opportuni approfondimenti, emerse che la casa era soggetta ad ipoteca. Gli istituti bancari non mollavano la presa, avremmo dovuto sobbarcarci i debiti dell’espropriato”. La prefettura a novembre del 2009 decise di destinare l’immobile al comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Torino, con l’obiettivo di ralizzare una foresteria per i vigili che operano sull’aeroporto.
Eppure, nel concreto, non s’è mai fatto nulla, proprio a causa delle ipoteche, e il percorso si è interrotto.
“La casa è rimasta inutilizzata, degradando sempre di più - prosegue il primo cittadino -. Due anni fa il prefetto ha convocato i sindaci del territorio per fare il punto della situazione. Un’associazione del territorio si fece avanti per chiedere l’assegnazione per un progetto di utilità sociale, ma anche in questo caso il percorso si è arenato per le solite difficoltà”.
Attualmente il Comune non è ancora proprietario della casa, che rimane dell’Agenzia dei beni confiscati.
“Stiamo cercnado di capire se possiamo partecipare comunque al bando regionale - aggiunge Biavati -. Riqualificare completamente l’immobile costerebbe un centinaio di migliaia di euro, probabilmente già solo 10mila per entrarci, tra erbacce e amianto. Le finestre sono rotte, i muri e i pavimenti da risanare, gli infissi da mettere a posto”.
Ad oggi pare che la questione “ipoteche” sia stata risolta. “Speriamo si possa giungere all’assegnazione definitiva - conclude il sindaco -. Vorremmo dare il bene ad un’associazione che si occupi di sociale, per noi uno stabile del genere è un problema di decoro e senso di sicurezza, anche per chi abita nei dintorni. La situazione è poco decorosa. Adesso stiamo riprendendo in mano l’iter dell’assegnazione per capire a che punto sono le pratiche, ma sembra vadano a rallentatore. La procedura è lunga e complessa, e i tempi per partecipare al bando regionale sono stretti. Vediamo cosa possiamo fare...”.
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