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20 Ottobre 2017 - 09:23
Il Comune di Volpiano, terra di conquista della ‘ndrangheta fin dagli anni ‘80, è stato tra i primi in tutta Italia ad ottenere la gestione di un bene confiscato alla mafia calabrese.
Si tratta della cascina di via Torino 11, un tempo adibita al confezionamento della droga, da vent’anni circa sede dei vigili del fuoco volontari al piano terra, della protezione civile al primo piano e della scuola nazionale di addestramento cani dei pompieri nell’appezzamento di terreno adiacente alla struttura.
“Si tratta di un bell’esempio di riutilizzo sociale di un bene confiscato alla ‘ndrangheta - sottolinea con orgoglio il primo cittadino, Emanuele De Zuanne -. Un bene utilizzato un modo illecito dalla criminalità organizzata è diventato sede di servizi utili non solo a Volpiano, ma a tutti i comuni del territorio. Non si sarebbe potuto fare lavoro migliore”.
Al bene di via Torino, negli ultimi anni, se ne sono aggiunti altri due confiscati alla criminalità organizzata. Una casa in via Trento 12 e una serie di immobili in una palazzina di via Genova.
“Sono diventati di proprietà del Comune solo l’anno scorso - spiega De Zuanne -. Il bene in via Trento è malridotto, abbiamo fatto fatica solo ad entrarci, ci siamo dovuti fare strada con il machete. È tutto distrutto, per riqualificarlo ci vorrebbero più di 100mila euro”. Il consiglio comunale, nei mesi scorsi, ha deliberato di consegnare la struttura all’associazione Gaad, Gruppo di Aiuto Alternative al Disagio. Ma, visti i costi della ristrutturazione, la strada è per ora in salita. Il bene di via Genova, composto da appartamento e box auto, è in condizioni migliori. “Stiamo cercando di dare vita ad un progetto per ospitare le donne vittime di violenza - prosegue il primo cittadino -. Dobbiamo metterlo a posto, ma le tempistiche non saranno brevi”.
A Volpiano ci sono altri 4 beni, non di proprietà del Comune ma dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e Destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. “Si tratta di una casa, due appartamenti e un terreno - conclude De Zuanne -. L’iter normativo prevede che l’Agenzia chieda ai Comuni se vogliono farsi carico dei beni confiscati, ma ad oggi non abbiamo ricevuto ancora nulla. Probabilmente non hanno intenzione di cederli”.
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