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16 Ottobre 2017 - 11:48
«1929-1957: da Gassino a Settimo». È il tema della conferenza che il dottor Silvio Bertotto ha tenuto lo scorso sabato 7 ottobre nell’ex scuola elementare di Mezzi Po, ora sede del locale Gruppo spontaneo. Sessant’anni or sono, nel 1957, infatti, col passaggio della piccola borgata sulla sinistra orografica del grande fiume al Comune di Settimo Torinese si concludeva un’annosa vicenda burocratica iniziata nel 1929 e per la cui definizione gli abitanti del luogo si erano battuti instancabilmente per decenni.
Presentato da Remo Volpatto, il presidente del Gruppo spontaneo, lo storico Bertotto ha esposto, non senza un briciolo d’ironia, le tappe più significative di una storia tanto lunga quanto intricata. Tutto ebbe inizio il 21 aprile 1929 quando diciassette abitanti dei Mezzi, in rappresentanza dell’intera frazione, si fecero ricevere dal podestà Tommaso Lanza di Settimo e lo informarono che si stava preparando una petizione – definita «rispettosa istanza» – da inviare a Roma per chiedere che il territorio della borgata fosse separato da Gassino e unito a Settimo. In tal modo si sperava di porre fine agli innumerevoli disagi che l’anomalia di confine comportava ogni giorno per i mezzesi. In occasione delle due piene annuali del Po, la borgata restava completamente isolata dal capoluogo municipale. Per raggiungere il cimitero di Gassino, i defunti erano trasportati in barca sul fiume, con grave pericolo di affondamento. Gassino, inoltre, non era in grado di garantire né il servizio sanitario e veterinario né quello postale nella frazione. Fin dall’inizio, il tentativo di spostare il confine comunale costituì un problema di complessa soluzione. Solo nel 1957, col decreto che Giovanni Gronchi, presidente della Repubblica italiana, firmò il 30 maggio di quell’anno, le richieste degli abitanti di Mezzi Po furono finalmente accolte.
Silvio Bertotto ha concluso il proprio intervento con alcuni spunti di riflessione. Che cosa è rimasto dello spirito dei borghigiani di allora? Quale lezione si può trarre da una tormentosa vicenda come quella narrata? Che cosa trasmettere alle nuove generazioni, senza enfatizzare il passato? Esiste una continuità fra ieri e oggi? All’inizio del ventunesimo secolo, i Mezzi corrono il rischio di perdere la propria memoria storica, cioè la coscienza della propria identità collettiva? «Sono interrogativi importanti – ha detto Bertotto – a cui spetta alla gente dei Mezzi rispondere».
Al termine della conferenza, il sindaco Fabrizio Puppo e il consigliere Daniele Volpatto sono intervenuti brevemente sui problemi attuali della borgata e sulle prospettive future. All’incontro, fra gli altri, erano presenti la dottoressa Silvia Favetta – assessora per i rapporti con le frazioni – e don Paolo Mignani, parroco di Mezzi Po.
S.V.
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