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IVREA. Profughi: il problema non esiste

IVREA. Profughi: il problema non esiste

Il problema profughi a Ivrea e dintorni? Esiste fino a un certo punto. Ne è convinto l’assessore comunale Augusto Vino. L’altra sera, in consiglio comunale, intervenendo nel dibattito prodotto da una mozione del consigliere comunale Alberto Tognoli, ha raccontato del gran lavoro svolto da lui insieme a ben 49 amministrazioni comunali dell’eporediese. Altro non si è potuto fare che dargli ragione e fargli un bell’applauso.

Molto in sintesi, nello scorso mese di gennaio, si è firmato un protocollo con la Prefettura, in base al quale, non solo si è fissato un tetto massimo di 520 profughi, ma si è anche deciso che a gestire direttamente i bandi per l’assegnazione dei richiedenti asilo alle Cooperativa sia il consorzio In.rete in prima persona.

“Nel bando pubblicato a marzo si prevedono alcune cose - ha focalizzato Vino  - Chi partecipa deve garantire che non ci siano più di 6 persone per ogni unità abitativa, un massimo di 30 nelle strutture interamente dedicate all’accoglienza. E’ inoltre consentito occupare al massimo un alloggio per ogni palazzina, consapevoli del fatto che ci deve essere un equilibrio....”

E ancora non basta. Sono infatti previste sanzioni per chi non rispetta le regole o per scoraggiare il fenomeno dell’accattonaggio...

Insomma, meglio di così non si potrebbe davvero proprio fare e già oggi sono circa 300 i posti gestiti direttamente dal Consorzio in un rapporto diretto con le Cooperative. Ne mancano all’appello meno della metà ma presto, con il rinnovo degli affidamenti si metterano in regola anche quelle.

Tutto bene? Tutto rose e fiori? Più o meno. Resta sul tavolo il problema del condominio di via Ruffini, composto da 4 appartamenti, di cui due occupati dalla Mary Poppins. Il problema è stato, a onor di cronaca, più volte sollevato da Alessandro De Stefano, fratello dell’ex consigliere Massimiliano. Uno di quegli alloggi, infatti, è suo. Nei mesi scorsi, dopo la denuncia, ha deciso di sgombrarlo portando via da lì l’ex moglie e i figli e cominciando subito un braccio di ferro con l’Amministrazione comunale, culminato un paio di settimane fa, con una manifestazione di piazza, molto partecipata e un mini corteo di alcuni esponenti di Casa Pound.

“Probabilmente - racconta Vino - per un breve periodo la presenza di profughi è stata superiore ai 6 per appartamento, ma adesso è tornato tutto alla normalità. Qui ci sono due soluzioni. O si libera una unità abitativa o si occupano tre dei quattro appartamenti...”. Essendo il quarto del proprietario dell’immobile.

La spiegazione è, manco a dirlo, piaciuta...

Soddisfatti tutti, compreso il consigliere comuanle Alberto Tognoli che è anche membro della Consulta degli stranieri “Qui non si discute assolutamente la solidarietà - ha doverosamente precisato - ma la qualità della gestione della medesima....”.

E Tognoli su questo argomento vuole davvero che non si faccia confusione. Nel 2013 si era già occupato di una comunità per minorenni in via De Gasperi e poi nel 2014, insieme ai colleghi Francesco Comotto e Pierre Blasotta di quei ragazzi appostati a chieder soldi in piazza Freguglia.

“Il sindaco ci disse che la macchina della polizia municipale passava due volte al giorno -  racconta - Tutti noi siamo poi stati testimoni di un lavoro ben più approfondito...”.

Morale?

Il consiglio comunale unito e compatto ha votato un mozione che, in buona sostanza, impegna il sindaco a predisporre tutti i controlli necessari al rispetto del protocollo firmato da In.rete con la Prefettura.

La domanda che un po’ tutti si sono fatti è però perchè mai, l’assessore Vino o qualcuno per lui non abbia pensato in tutto questo tempo di informare i cittadini, e nello specificio il “povero” Alessandro De Stefano, portandolo, se non proprio all’esasperazione, quasi...

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