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21 Settembre 2017 - 10:01
C’è una gran bella verità. A Torino, anche se non lo dicono chiaramente, i riflettori, le ansie, le palpitazioni, sono tutte concentrate sulle elezioni politiche in programma a breve, e c’è chi dice addirittura subito dopo l’approvazione delle legge finanziaria. Morale? Delle cose che capitano e capiteranno nei comuni in cui si andrà al voto per l’elezione del sindaco (Ivrea compresa), in segreteria provinciale e in quella regionale del Partito Democratico, non gliene può fregare di meno...
“Non è vero” - batte i pugni sul tavolo (si fa per dire) il segretario provinciale Fabrizio Morri - Almeno finchè sarò io ad occuparmi di queste cose...”.
A nessuno sfugge però che Morri abbia già fatto sapere a tempo debito di voler lasciare il posto ad altri, dando spazio a quei giovani che se lo meritano.
“Parliamo seriamente - insiste - A Ivrea, se è questo il terreno di discussione, il Pd deve fare il massimo sforzo per costruire una coalizione, con metodi democratici e con il migliore candidato a sindaco possibile. Sono confortato dal voto in provincia di Torino della scorsa primavera. Ricordo a tutti che abbiamo registrato un netto calo dei cinquestelle e un’avanzata del Pd....”.
E è evidente che il riferimento non sono Alessandria o Asti...
“Guarda che non mi sono montato la testa. Lo so che abbiamo perso ad Alessandria e Asti, ma abbiamo vinto a Rivalta, Castellamonte, Chivasso e Grugliasco. Non vivo sulla luna ma non sono così pessimista. Non saremo dei fenomeni, però l’impressione è che Ivrea sia stata governata abbastanza bene....”
Quindi al via le primarie con Elisabetta Ballurio, Luigi Sergio Ricca e eventualmente un terzo candidato “civico” come propone il vicesindaco Enrico Capirone... Gli uni contro gli altri, si spera non “tutti contro uno o una”.
“No! Ti blocco! Escludiamo pure, e fin da subito, il candidato esterno - precisa Morri - A Chivasso mi avevano addirittura proposto un ex An e mi ero arrabbiato. Io non posso partire dal presupposto che tra le mie fila sian tutti imbecilli. Anche nel Pd c’è qualcuno che ragiona. Se non sarà possibile evitare le primarie puntando su una figura indiscutibilmente accettabile da tutti i militanti e dall’assemblea degli iscritti, le faremo cercando di farle funzionare, con l’impegno di chi le perde a dare una mano a chi le vince...”.
E il pericolo cinquestelle? E l’allargamento del consenso alla società civile? E la caduta libera del Pd in tutti i sondaggi?
“Lo ripeto - alza il dito - Non vedo al momento a Ivrea, l’esigenza di cercare qualcuno fuori dal perimetro del Pd e non mi sembra peraltro che i cinquestelle viaggino con il vento in poppa. Ci aiuteranno in questo senso le disastrose esperienze dell’Appennino e di Raggi. A Torino i cittadini escono la mattina e si toccano sperando di tornare in casa incolumi alla sera. Abbiamo dato in mano la ex capitale d’Italia a 25 consiglieri comunali che vivono grazie a quei mille euro. Non hanno un mestiere e non hanno mai letto un libro. Il Pd avrà tutti i difetti del mondo, ma da noi qualcuno che ha esperienza e sa che cos’è la cosa pubblica ce l’abbiamo ancora, anche a Ivrea. Qualche libro l’abbiamo letto. Non siamo solo teorici. Io non sono capace di fare il pilota ed è meglio che non mi diano da guidare un’areo, come siamo stati capaci di dare la cosa pubblica ad amministrare a questi qui non si capisce...”.
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