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22 Settembre 2017 - 11:58
Una mozione a firma del consigliere comunale Alberto Tognoli sui profughi alloggiati in due dei quattri appartamenti di una palazzina ubicata in via Ruffini, 27. L’argomento è noto ma non se n’è ancora discusso in consiglio comunale.
“E’ sicuramente da approfondire - spiega Tognoli - Mi risulta che un nucleo familiare si sia venuto a trovare nella inevitabilità di stravolgere la propria esistenza per la presenza nello stesso edificio di un indefinito numero di immigrati, sproporzionato rispetto alle superfici locate...”.
La famiglia è quella di Alessandro De Stefano, fratello dell’ex consigliere comunale Massimiliano.
La verità è che da queste parti la situazione sembra ormai fuori controllo non foss’altro che due dei quattri alloggi di cui è composto l’edificio sono occupati da “richiedenti asilo” gestiti dalla cooperativa Mary Poppins.
“Occupati” si fa per dire , dato che non si sa bene quanti in realtà ce ne siano.
“Credo una cinquantina - aveva commenta sconsolato De Stefano, con l’animo di chi non vorrebbe credere ai propri occhi - Vanno avanti e indietro. Fanno rumore. Cucinano a tutte le ore del giorno. Lasciano le porte aperte. E’ il caos....”. A ben vedere tanti, troppi per appartamenti che non superano il centinaio di metri.
Impossibile una convivenza o pensare di poter fare la vita a cui una famiglia italiana è mediamente abituata. Per intenderci quella del solito tran-tran, la sveglia al mattino, il lavoro, la scuola, il pranzo, la cena e tutti a letto dopo il film.
E infatti, nei mesi scorsi, dopo un tira e molla consumatosi anche sui giornali e una lunga serie di esposti inviati al presidente del consiglio Elisabetta Ballurio, all’assessore Augusto Vino e al sindaco Carlo Della Pepa, il malcapitato aveva deciso di traslocare e portare la ex moglie e i suoi tre figli a vivere da un’altra parte, lasciando libero l’alloggio acquistato con fatica e pure con il mututo.
“Voglio dirlo chiaramente - aveva aggiunto De Stefano - Io non me la prendo con i profughi. Non sono razzista. Se al posto loro ci fossero degli italiani costretti a vivere alle stesse condizioni sarebbe uguale. Io punto il dito sulla cooperativa che li ha in affidamento... Perchè all’integrazione io ci credo, ma la Mary Poppins qui non si è mai vista. Non ho mai visto un operatore né un responsabile… E poi gli immigrati sono ammassati e trattati in un modo veramente incivile. In alloggi che non sono stati nemmeno ristrutturati, e impianti e serramenti inadeguati. Questa non è assistenza. E’ un’ingiustizia. E’ sfruttamento. Sono essere umani anche loro...”.
E lo sfogo era continuato.
“Ci siamo trovati in questa situazione dalla notte al giorno. Non siamo stati avvisati dai proprietari degli alloggi né dalla cooperativa.. Sono un cittadino che rivendica i suoi diritti e che vede messo in discussione addirittura un suo patrimonio, immobiliare, su cui ha investito. E quindi cosa sono? Un cittadino subordinato al business delle cooperative, della Mary Poppins in questo caso, un cittadino che si deve integrare con gli immigrati e non viceversa perché siamo in minoranza, in netta minoranza...”.
E Tognoli si accoda puntando il dito sulla gestione quotidiana dei locali utilizzati, sul controllo delle condizioni di vita e chiedendo una verifica dei requisiti di agibilità ed abitabilità. Chiede anche “di fare verificare alla Polizia Municipale la regolarità nell’occupazione degli appartamenti”.
Ci acciunge che secondo lui si dovrebbero multare quegli Enti o quelle Cooperative a cui fanno riferimento i profughi che quotidianamente sostano di fronte ai bar e ai negozi della città.
Di tutt’altro avviso il sindaco Carlo Della Pepa. “Con Mary Poppins abbiamo un confronto costante - dice - E’ una cooperativa che lavora bene. Mi rendo conto del disagio di De Stefano ma questo non significa che in città esista un problema immigrati. Continueremo a lavorare sui controlli e sulle condizioni abitative nella speranza che il problema di De Stefano si risolva ...”.
Cerca di mediare il presidente del consiglio, nonchè candidata a sindaco alle primarie del Pd Elisabetta Ballurio Teit che, in risposta a chi si domandava come mai non fosse presentata al sit-in di protesta organizzato venerdì scorso da Alessandro De Stefano, in via Ruffini scrive su Facebook: “Problemi piuttosto complessi che come ho detto in tempi non sospetti devono essere risolti. Preferisco parlarne di persona e a voce. Anche senza venire sul posto non ho alcun motivo di non credere che il disagio sia vero. Perché già sulla carta i numeri delle persone accolte in un contesto così piccolo mi paiono troppo alti. Chiederò un incontro col sindaco, Augusto Vino e con te Alessandro per ovviare a questa situazione...”.
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