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18 Settembre 2017 - 11:21
Mercato di Ivrea
“Siamo nell’elenco dei dieci mercati più grandi del Piemonte”. E ancora “Ivrea è il più grande della provincia, escludendo Torino”. Questo si diceva, e in verità così stavano le cose, fino a qualche tempo fa. Oggi non più, almeno stando ai dati ufficili visionabili sul sito della Regione Piemonte.
Per numero di stalli occupati, Ivrea è infatti stata superata da Chivasso. La città dei nocciolini ne ha una ventina in più, sufficienti a far scivolare la città dalle rosse torri, limitatamente alla provincia di Torino, in seconda posizione, seguita da Pinerolo, Ciriè, Orbassano, Cuorgnè e via discorrendo.
E sarà anche perchè son cambiate le abitudini o perchè sono aumentate le cineserie, ma non si può non pensare che il tracollo non sia avvenuto anche un po’ a causa dell’infelice posizione.
Da qui il sogno di spostare tutto da un’altra parte. C’è l’ipotesi dell’area ex Montefibre (chiesta a gran voce dai mercandin) e c’è anche, ma solo dalla scorsa settimana, quella di ritornare allo origini, in centro città, proprio come a Chivasso.
La proposta, tutt’altro che campata per aria, è del consigliere comunale Maurizio Perinetti. “Esistono molte città italiane - aveva sottolineato sullo scorso numero del giornale - che vivono intorno al mercato e guai a chi glielo tocca... Perchè crea economia e maggiori incassi...Potrebbe servire per rilanciare il commercio in sede fissa? Vogliamo parlarne?”.
Ed è vero che c’è stato un tempo in cui Ivrea, tutti i venerdì, si risvegliava frenetica, con i mercandin pronti ad occupare ogni angolo di strada. In piazza Ottinetti le scarpe, sul lungodora l’abbigliamento e da piazza Balla in sù i generi alimentari.
Tutto questo fino alla fine degli anni ‘80, quando si decise di spostare i banchi dove sono adesso, fra via Circonvallazione, viale Monte Stella e via Lago Sirio.
Un’area infelice non foss’altro che la piazza del mercato è stata costruita sopra un lago (il lago di città) e il terreno sotto continua a sprofondare. Talmente infelice che a causa dei cedimenti diventa palude tutte le volte che piove.
In ogni caso, ad oggi le idee chiare non ce le ha nessuno.
Tecnicamente, il piano regolatore, datato 2006, prevede lo spostamento del solo mercato delle scarpe e dell’abbigliamento all’ex Varzi, nei pressi del cimitero, in un’area privata. Una scelta giudicata infausta anche dall’assessore Giovanna Codato perchè “è impensabile dividere gli alimentari dagli extra alimentari Significherebbe far morire il commercio ambulante...”.
Da qui il progetto di limitarsi ad un semplice restyling, in perfetta sintonia con quanto chiedono i mercandin.
“Le bancarelle - ci aveva spiegato Codato - sono diminuite ed è possibile accorparle tutte nella zona più stabile, cedendo alla natura la parte verso il Lago Sirio, che di recente abbiamo recintato a causa dell’acqua che sgorga da una sorgiva... Cè gente che si ricorda ancora di quando in questa zona, negli anni 60, si praticava la pesca...”.
In poche parole un progetto di sistemazione non certo di bonifica che comporterebbe investimenti impossibili.
E sono in tanti a storcere il naso. “Sposo l’ipotesi di Maurizio Perinetti... Il mercato in centro città sarebbe una gran bella cosa. Stiamo valutando di inserirlo nel programma...” è subito partito lancia in resta il consigliere comunale Francesco Comotto
“La città sta morendo - commenta Alberto Tognoli - Il centro storico ha perso molte delle sue funzioni e il polo culturale è una farsa. O si interviene e si bonifica sul serio l’area mercatale o si va via. Non ci sono alternative. E’ inutile pensare a degli interventi tampone....”.
E se Giovanna Codato si dice affascinata e si auspica un confronto, a mettere le mani avanti ci pensa l’assessore Enrico Capirone: “E’ più facile a dirsi che a farsi ... ”
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