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20 Settembre 2017 - 11:41
GTT (foto archivio)
Ripercorrere la storia della Canavesana significa risalire allo sviluppo dell’Italia durante gli anni dell’Unità e all’importanza delle strade ferrate come collegamento necessario per superare le differenti situazione socio-economiche della Penisola. La prima ferrovia della Penisola fu la Napoli-Portici inaugurata nel 1839, ma alla fine degli anni Cinquanta era il Piemonte a disporre di una rete ferroviaria uguale alla somma di tutti gli altri stati preunitari.
Camillo Cavour durante gli anni di governo dal 1852 al 1861 ne sostenne la realizzazione attraverso riforme finanziarie, coinvolgendo capitali e tecnici stranieri e favorendo l’insediamento dell’industria meccanica e siderurgica.
La rete piemontese era organizzata sulle grandi direttrici Torino-Milano, Torino-Genova e Alessandria-Arona, dalle quali si sviluppano le linee locali fondamentali per lo sviluppo delle province., proprio come la Canavesana.
Nel 1854 il medico rivarolese Carlo Demaria avviò il dibattito sulla necessità di collegamento tra Settimo, stazione della linea Torino-Milano, e il Canavese. Due anni dopo si costituì la Società Anonima della Strada Ferrata Centrale del Canavese: tra i soci fondatori comparivano Demaria, Maurizio Farina e altri notabili ed imprenditori rivarolesi.
Nel 1875 venne approvato il progetto dell’Ing. Gaetano Capuccio di un’ippoferrovia tra Settimo e Rivarolo e nel 1862 iniziarono i lavori, superando difficoltà finanziarie e sperimentando tecniche innovative per la costruzione dei binari.
A partire dal 1863 a Rivarolo si valutarono i progetti per la stazione ferroviaria: la scelta di costruirla a sud dell’abitato rappresentò anche un’occasione per ridisegnare l’ingresso della Città, tracciando il viale alberato di Corso Torino.
Il 20 giugno 1866 giunse in stazione il primo convoglio trainato da una coppia di cavalli. Il viaggio fino a Settimo e, in coincidenza, fino a Torino, durava oltre tre ore.
Agli entusiasmi per la nuova tratta si accompagnava l’aggravio della situazione finanziaria della Società promotrice: fu l’acquisizione nel 1874 da parte della Banca Ceriana a consentire nuovi investimenti e avviare la costruzione della linea attuale, con passaggio alla ferrovia a vapore, secondo il progetto dell’ing. Fausto Gozzano, padre del poeta Guido. Il 1° dicembre 1885 arrivò a Rivarolo il primo treno trainato da una locomotiva T3 Henschel: prima di una generazione di vaporiere che servirono la Canavesana sino all’introduzione dei locomotori a diesel nel secondo dopoguerra.
Lo sviluppo industriale delle manifatture in Valle Orco favorì l’estensione della tratta fino a Cuognè e Pont: nel 1882 venne realizzata una prima filovia, mentre nel 1906 fu completata l’attuale linea ferroviaria
Nel 1886 venne avviata anche la linea Rivarolo-Castellamonte: la stazione intermedia di Ozegna ospitò anche una sala reale, per accogliere gli ospiti illustri diretti al Castello di Agliè. L’undici agosto 1911, Margherita di Savoia raggiunse la residenza alladiese con la Canavesana impiegando un’ora e 35 minuti, da Settimo a Ozegna.
Durante il ‘900 il servizio non subì ammodernamenti sino agli anni Cinquanta, con della linea alla Società Anonima Torinese Tramvie Intercomunali SATTI che avviò il progressivo ammodernamento delle infrastrutture e del parco treni. A metà anni Novanta il transito in galleria nel passante ferroviario torinese, impose l’elettrificazione della linea, realizzata tra luglio 2000 e ottobre 2001. Dal 2006 tutti i treni sono a trazione elettrica e la Canavesana è stata integrata la linea Trofarello-Chieri ed inglobata nella gestione del Gruppo Torinese Trasporti Spa.
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