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01 Settembre 2017 - 09:12
Il Dado
Cade un calcinaccio, il Dado è costretto a chiudere. Si conclude, per il momento, l’esperienza che ha visto l’accoglienza delle famiglie rom.
Il fattaccio si verifica mercoledì scorso, 26 agosto: cade un calcinaccio dal soffitto e il Dado è costretto a chiudere. Il progetto iniziato dieci anni fa vede un’importante battuta d’arresto, la struttura, infatti, corre il rischio di restare chiusa per molto tempo.
A seguito di uno sopralluogo tecnico del Comune di Settimo, quindi, si è reso necessario chiudere il Dado di via Milano per consentire ulteriori verifiche e stabilire concretamente quali lavori di manutenzione siano necessari per il ripristino dell’edificio.
Per quanto riguarda gli inquilini del Dado, cinque nuclei familiare di etnia rom ed un paio di famiglie di richiedenti asilo provenienti dall’Africa, alcuni hanno trovato sistemazione autonoma (i rom sono riusciti ad organizzarsi da soli per la maggior parte) altri sono stati ricollocati in strutture settimesi e non. Sistemazioni provvisorie per far fronte a questa emergenza.
Gran parte delle famiglie rom che hanno alloggiato nel Dado nel corso degli anni avevano ultimato il loro percorso di integrazione e inserimento sociale trovando abitazioni in modo autonomo nell’area metropolitana. Nei dieci anni di vita del progetto Dado, numerose famiglie hanno trovato in questa struttura un primo passo verso un percorso di integrazione articolato e spesso complesso. Ci sono stati successi e battute d’arresto, ma questa esperienza rappresenta pur sempre uno dei pochi progetti di inclusione sociale esistenti in Italia svolti con famiglie rom.
“Si è deciso di procedere con le verifiche tecniche per garantire la sicurezza delle famiglie ospitate - commenta il vice sindaco Elena Piastra - e collaboriamo con Terra del Fuoco per garantire che i percorsi di autonomia iniziati possano concludersi, con particolare attenzione alla frequenza scolastica dei ragazzi”.
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