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07 Agosto 2017 - 12:48
Era a Lemie, in frazione Borgial, quasi ai confini con la Francia, il covo segreto dove una modella britannica di 20 anni è rimasta per quasi una settimana, sequestrata dai suoi aguzzini, che la volevano “vendere” su alcuni siti internet pornografici specializzati, dove le donne diventavano degli oggetti sessuali che finivano all’asta, vendute al miglior offerente: chi pagava meglio poteva vedere la donna “comprata” mentre era intenta a fare sesso con gli stessi aguzzini ed essere usata per le peggio perversioni dei clienti.
Una storia drammatica, per fortuna finita in tempi celeri grazie all’intervento della squadra mobile di Milano, che è riuscita a mettere le manette ai polsi di Lukasz Pawel Herba, 30enne polacco residente da anni in Gran Bretagna: per lui l’accusa è di sequestro di persona a scopo estorsivo.
Lui, assieme ad altri complici non ancora scovati, gestiva una banda - la "Black death group”
- specializzata nel rapire giovani e avvenenti donne per poi inserirle nel giro della internet pornografia e dello “schiavismo web”.
La modella era arrivata a Milano lo scorso 10 luglio per uno “shooting”, ovvero un servizio fotografico. Ma appena arrivata nello studio di via Bianconi a Milano, è stata aggredita, drogata con della ketamina e poi spogliata, prima di essere ammanettata mani e piedi.
Una volta che la droga ha fatto il suo effetto, è stata inserita in una valigia molto capiente e, con un viaggio in una station wagon blu, portata fino in Val di Lanzo, sfruttando tutta una serie di strade secondarie che portano gli inquirenti a pensare come a Lemie o nei paesi limitrofi ci fosse un complice che conoscesse a menadito quella zona.
Una volta in quella baita, la ragazza è stata svegliata e ammanettata ad un “comò”. Fino allo scorso 17 luglio, quando lo stesso Herba l’ha liberata. Il motivo? Era una ragazza madre. Un dettaglio che va contro le “regole ferree” dell’organizzazione criminale di cui farebbe parte.
Gli investigatori hanno scoperto come gli aguzzini abbiano chiesto 300mila dollari all’agente della modella britannica per liberarla e per evitare che fosse messa all’asta. Per questo per loro si tratta di “un vero sequestro di persona”.
Durante l’interrogatorio, l’Herba ha anche affermato di “aver avuto rapporti con la giovane”, senza però confessare quanto commesso da lui e dai suoi complici.
Le indagini sono ancora in corso.
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