La Smat rinnova il suo consiglio direttivo. E chi ci sarà? Per ora l’unico nominativo proposto dal comune di Torino, dalla sindaca pentastellata Chiara Appendino, è Fabio Sessa. Un nome noto in alto canavese. In passato fu dirigente di Asa, l’azienda che si occupava della raccolta rifiuti e che, qui, ha lasciato un debito colossale: 9 milioni di euro, una cifra alla quale i comuni sono scesi soltanto dopo un accordo col commissario prefettizio Stefano Ambrosini. In altro caso il conto sarebbe stato di 67 milioni di euro! In ogni caso una doccia gelata. Ecco perché la proposta della nomina sta già sollevando durissime polemiche. “Votare a sapere sarebbe una presa in giro” tuona il sindaco di Rivarolo Alberto Rostagno ed in settimana ha inviato una lettera durissima al comune di Torino, in rappresentanza dei 51 comuni della cosiddetta area omogenea n. 8 della Città Metropolitana (che fa riferimento al “Canavese Occidentale”). “Nulla contro Sessa, non lo conosco - chiarisce Rostagno -. Ma è una questione di principio. Torino, che è il socio maggioritario, come può chiederci di approvare la nomina, tra i cinque consiglieri che compongono il cda, di una persona che ha amministrato Asa nel suo massimo momento di incapacità gestionale? Ci sembra quantomeno inopportuno. I nostri comuni oggi non sono in default ma in forte difficoltà a causa di quelle scelte scellerate…. Sicuramente il fallimento di Asa è imputabile a più persone e, in quanto a Smat, stiamo sempre parlando di un’azienda con un grosso fatturato da gestire”.. Rostagno e gli altri sindaci sono pronti a sollevare gli scudi. Voteranno no all’assemblea, convocata per il 3 agosto. La terza: le prime due, nelle ultime settimane, sono andate a buca perché i nomi non sono stati condivisi. “Abbiamo scritto la lettera - aggiunge Rostagno - per due motivi: perché il territorio non accetterebbe e voterebbe contro e in secondo luogo perché non venga in assemblea a dirci che non sapeva”.Fabio Sessa è stato indicato perché il suo profilo rispetta i criteri: lo Statuto di Smat dice che occorre almeno un quinquennio di esperienza in aziende pubbliche e private. Due candidati inizialmente proposti da Torino non avevano questi requisiti. Sessa, invece, teoricamente avrebbe le caratteristiche. Peccato che i risultati di quell’esperienza siano stati disastrosi…
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