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21 Luglio 2017 - 12:00
Come vuole la tradizione, giovedì scorso Druento si è fermata per ricordare Bartolomeo Mana, “Meo”, come lo chiamavano gli amici.
Un 35enne agente della polizia municipale, con un passato da cantoniere, che il 13 luglio del 1979 è stato ucciso in via Torino da un commando delle Brigate Rosse.
Mana assieme ad un collega si trovava in via Torino, proprio all’ingresso della “Cassa di Risparmio di Torino”. All’improvviso è stato braccato dai terroristi e costretto ad entrare in banca, dove lo stesso commando stava per dare vita ad una rapina, finita poi con la tragica uccisione del giovane civich.
Solo nel 1981, a seguito di una maxi operazione antiterrorismo, emersero i nomi dei responsabili di quella morte, tra cui Roberto Sandalo e Marco Donat-Cattin.
Giovedì, la città si è stretta attorno ai famigliari di Mana, alla presenza di una nutrita rappresentanza di associazioni del territorio: Pensionati, Anpi, Santa Cecilia, Pro Loco, CoopDruent, Alpini, Croce Rossa, Unitre, Avis, Fidas.
Nella breve oratoria, cui ha fatto seguito la benedizione di don Dante e il “silenzio”, suonato dal maestro Dario Avagnina, Bussone ha rimarcato come “Druento non dimenticherà mai la tragedia di Bartolomeo Mana. Oggi più che mai è viva la lotta contro ogni forza di terrorismo. E ognuno di noi deve fare la propria parte per estirpare questo male”.
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