Il segretario del Pd Matteo Fanciulli si è ufficialmente dimesso, tanti saluti, baci e abbracci. La domanda sorge spontanea: e adesso che si fa?
Si nomina un commissario che traghetti il circolo fino a novembre, quando verosimilmente si terrà il congresso cittadino, o si sta fermi punto e basta?
Tra i militanti di questa cosa qui si sta parlando un sacco non foss’altro che il prossimo anno ci sono le elezioni amministrative e ci va qualcuno che le prepari e pure bene.
Fosse solo questo il problema.
Il problema è che non si può parlare di un reggente o di un “traghettatore” senza pensare al candidato a sindaco. E anche su questo però, le visioni interne, per alcuni sono diventati dei veri e propri incubi. I renziani - si sa - hanno già in mente un proprio candidato. E’ Elisabetta Ballurio. In caso di vittoria, sarebbe la prima donna sindaco di Ivrea, peraltro con una certa esperienza, essendo già stata assessore al commercio nel primo governo Della Pepa e presidente del consiglio a tutt’oggi.
Ballurio è un tipo fatta a modo suo. Si può amare e si può odiare, si può prendere o lasciare, ma di lei tutto si può dire, salvo che abbia mai fatto parte o faccia parte della nomenklatura. Può essere un merito o un demerito, ma poco importa.
Diciamo però che Ballurio, pur godendo dell’appoggio del presidente regionale Anci Alberto Avetta e del segretario regionale del Partito Davide Gariglio, non piace all’altra parte del Pd, che comincia con Carlo Della Pepa e finisce con Enrico Capirone, un orlandiano di ferro.
E qui le strade si dividono.
E’ evidente che nei giochi per il futuro candidato a sindaco del centrosinistra, senza un accordo tra le tante anime, c’è chi tenterà di imporre un nome con la forza delle tessere e chi chiederà le primarie del Pd o di tutta la coalizione.
Avviso ai naviganti. Si guardino bene, quelli del gruppo dirigente, dai passi falsi, un po’ come è successo a Chivasso.
La regola del Pd è di andare alla conta solo e soltanto se di candidati se ne presenteranno almeno due del Pd. Se si parla di coalizione, invece, ad un candidato unico del Pd deve contrapporsi almeno un altro candidato in rappresentanza di un partito o di un gruppo politico organizzato. Di sicuro, per quel che si è visto nella città dei nocciolini, quel che non si potrà fare è la gara all’ultimo euro fra un esponente del Pd ed un qualsiasi personaggio della società civile sponsorizzato da un pezzo del Pd. Ecco, questo non si può fare. Il Pd porta il Pd. Punto e basta.
Socialisti…dentro il Pd
La notizia è che nel nuovo direttivo composto dal segretario provinciale socialista Gabriele Salerno siede anche Luigi Sergio Ricca che da qualche mese è pure tesserato del Partito Democratico.
Qualcuno, manco a dirlo, storce il naso, chiedendosi come questo “sia possibile”.
“In realtà di essere seduto nel direttivo del Psi l’ho saputo solo dopo la nomina - conferma Ricca - Diciamo che fino ad oggi è stato possibile il doppio tesseramento. Vedremo che cosa si deciderà per il 2017. In ogni caso la mia scelta sarà il Pd.”
E sarà il Pd anche per non limitare le possibilità di movimento da qui alle prossime elezioni comunali. A nessuno sfugga che potrebbe proprio essere Luigi Sergio Ricca uno dei possibili candidati del Pd alle primarie di coalizione.
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