Sinistra Italiana e Radicali chiedono un intervento al ministro Orlando sulla situazione “esplosiva” del carcere di Ivrea dopo gli ultimi episodi di violenza.
“Crediamo che la drammatica situazione in cui versa il carcere di Ivrea imponga un’attenzione e un intervento al massimo livello - dichiarano il segretario regionale di Sinistra Italiana, Marco Grimaldi, e l’esponente dei Radicali, Igor Boni - per questo chiediamo al Ministro Orlando di venire di persona a verificare una situazione che non è allarmistico definire esplosiva”.
Sabato scorso, come si sa, un detenuto marocchino ha appiccato il fuoco al materasso della cella con il fornellino in dotazione. La seconda sezione del carcere è stata invasa dal fumo e il detenuto, chiuso in bagno e semi svenuto, è stato salvato in extremis dall’unico agente in servizio.
Il giorno dopo, intorno alle 11, un detenuto italiano, classe 1969, in galera per rapina, ha sferrato un violento pugno all’Agente di servizio alla sezione primo piano per motivi non noti ed in aiuto dell’agente, sono accorsi gli altri detenuti. Sempre nella stessa giornata, alle 13,15 circa, un detenuto extracomunitario ha tentato di suicidarsi con un cappio rudimentale ricavato da un lenzuolo legato alla grata della finestra della camera di pernottamento. Anche in questo caso non è morto nessuno grazie all’intervento del personale di servizio.
“Sempre più evidente - aveva commentato il segretario generale dell’Osapp, Leo Beneduci - è l’incapacità degli enti dell’amministrazione penitenziaria, a partire dai vertici romani, di provvedere ad una gestione oculata, trasparente ed economicamente produttiva delle carceri italiane in cui soprattutto le normali attività non si svolgano se non al quotidiano prezzo del danno all’incolumità personale degli Agenti di Polizia Penitenziaria in servizio negli Istituti di pena. Se, esistesse infatti, in Italia una politica degna di tale nome dovrebbe domandarsi come mai, diminuita negli ultimi tre anni del 25% la popolazione detenuta grazie a tre leggi “svuota carceri”, si siano duplicati reati, danneggiamenti risse ed aggressioni e siano tutt’altro che diminuiti i suicidi tra i reclusi, tra l’altro, con un aggravio di spese ed un incremento dei rischi a carico della collettività che solo gli “sciocchi” possono oramai fingere di ignorare.
“Per l’istituto di Ivrea – aveva concluso Beneduci – è innegabile l’esigenza di verificare, da subito, la gravissima situazione riferita all’organico di Polizia Penitenziaria, pena la certezza di ulteriori e più gravi danni oltre che per i poliziotti penitenziari per tutti i cittadini italiani. L’avvicendamento degli attuali vertici sarebbe il primo passo per iniziare un serio cammino di riforme nell’amministrazione penitenziaria”.
Oggi a Ivrea sono detenute 244 persone nonostante una capienza massima di 192. Per quanto riguarda il personale, invece, delle 220 unità ottimali, 183 sono in pianta organica, ma solo 144 sono a disposizione. “La vita in questo istituto è insostenibile per detenuti e operatori. Oltretutto, se vi sono o vi sono stati abusi, c’è da sperare che la procura li porti alla luce al più presto”.
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